In un mercato del lavoro in cui si fatica ogni giorno di più a trovare una qualche occasione d’inserimento e dove il posto a tempo indeterminato è sempre più un miraggio, la meglio sembrano averla i laureati in Ingegneria e in Economia, seguiti da quelli del ramo sanitario. Per loro, infatti, nell’arco del 2012 sono state maggiori le possibilità di trovare un impiego e la tendenza si confermerà anche nell’ultimo trimestre dell’anno. A rivelarlo è un rapporto stilato dal ministero del Lavoro assieme a Unioncamere, ovvero l’Unione italiana delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura.
Il mercato del lavoro così come emerge dai dati forniti è poco dinamico e non si prevede un’inversione del trend fino alla fine del 2012: le assunzioni sono poche e le possibilità di ottenere un contratto a tempo indeterminato assai ridotte. In questo quadro scarsamente incoraggiante, le figure più avvantaggiate sono economisti, ingegneri, medici e paramedici. Più precisamente, sul totale delle posizioni lavorative che saranno disponibili, più di 17mila andranno a chi ha conseguito una laurea in Economia, 7mila a chi l’ha ottenuta in Ingegneria e circa 5mila ai laureati in ambito sanitario e paramedico.
Dall’indagine Excelsior del ministero del Lavoro e Unioncamere emergono altri dati interessanti relativi al tipo di contratto che viene offerto ai neoassunti: al 51,7 per cento dei laureati le aziende proporranno un contratto lavorativo a tempo indeterminato, mentre per il 36,7 per cento di loro è prevista un’assunzione a tempo determinato. Nel 7,7 per cento dei casi i datori di lavoro faranno ricorso a forme di apprendistato e per il 2,9 per cento, invece, al contratto d’inserimento.
Le prospettive lavorative non cambiano molto nemmeno per chi all’università non è mai arrivato. Secondo il rapporto, infatti, le maggiori opportunità che il mercato del lavoro offre ai diplomati riguardano l’ambito amministrativo-commerciale, in cui si contano più di 40mila posti di lavoro, seguito da quello meccanico con 15mila posti e quello turistico-alberghiero con 9mila. In questo caso è il tempo determinato a farla da padrone (43,8 percento), seguito dalle forme contrattuali a tempo indeterminato (39,7 percento), dall’apprendistato (12,3 per cento) e dall’inserimento (1,8 per cento).
Stando ai dati forniti, la laurea sembrerebbe un importante valore aggiunto, specialmente in un momento di crisi come quello attuale, nel quale le imprese per sopravvivere scelgono di puntare sulla qualità. Sul totale delle assunzioni programmate per il 2012, infatti, i laureati rappresenteranno il 14,5 per cento, superando di 2 punti percentuali il dato dell’anno precedente. Tuttavia, la forte contrazione generale delle assunzioni peserà sul numero totale di laureati che troveranno un posto di lavoro, il quale, secondo le stime, a fine anno potrebbe ridursi di 15mila unità rispetto al 2011.
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