Rapporto Eurydice sulle tasse universitarie 2017: Italia tra i paesi più cari
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Italia tra i paesi più cari dell’UE. Lo dice il Rapporto Eurydice sulle tasse universitarie 2017

da | Ott 2017 | News | 0 commenti

In Italia prendere una laurea costa molto caro e lo Stato raramente aiuta gli studenti meno abbienti. Il Rapporto Eurydice sulle tasse universitarie 2017, realizzato dalla Commissione europea, prende in esame l’ammontare dei contributi richiesti agli iscritti degli atenei nei vari paesi UE e le possibilità offerte ai giovani bisognosi attraverso politiche di tutela del diritto allo studio. Il responso è che il nostro paese è tra i più cari e che le borse di studio sono un’autentica rarità.

Il 90 per cento degli studenti paga le tasse

Non è una novità che l’Italia sia uno dei paesi nei quali studiare costa di più. Come conseguenza, negli anni della crisi i nostri atenei hanno visto evaporare un numero considerevole di iscritti. La laurea per molti è diventata un miraggio, perché è diventato impossibile far fronte alle spese connesse al raggiungimento di tale obiettivo. Secondo il Rapporto Eurydice sulle tasse universitarie 2017, da noi la quasi totalità degli studenti è soggetta al pagamento delle rette. Rispetto alla Germania, dove non si paga alcun contributo né per una laurea di primo né per una di secondo livello, in Italia ben il 90 per cento degli studenti è costretto a versare le tasse universitarie. Un dato che ci pone in una posizione molto distante rispetto a quella degli altri membri dell’UE. In Francia, ad esempio, la percentuale di coloro che debbono corrispondere una retta scende al 61 per cento.

Rette salate e in aumento

Non solo da noi è molto raro essere esonerati dal pagamento delle tasse universitarie, è altrettanto quasi impossibile non subire un autentico salasso. Se per i nostri cugini d’Oltralpe l’ammontare delle rette è piuttosto basso, il Rapporto Eurydice sulle tasse universitarie 2017 dice che da noi in media un anno di iscrizione a un percorso di studio triennale costa 1.316 euro all’anno. Un dato in aumento del 4,3 per cento rispetto a quello rilevato precedentemente (1.262 euro), come denunciano le associazioni studentesche. Il paese più simile a noi in termini di costi è la Spagna, che ha una media di 1.213 euro all’anno per l’iscrizione ai corsi di primo livello. Gli studenti iberici, tuttavia, sono tenuti al pagamento di una retta solo nel 71 per cento dei casi. Più cari di noi sono, invece, solo il Regno Unito e l’Olanda.

Pochissime borse di studio

Il Rapporto Eurydice sulle tasse universitarie 2017 ci pone agli ultimi posti per quanto riguarda il numero di borse erogate. A differenza di quanto accade in Germania, dove uno studente su quattro riceve una borsa di studio, o in Francia, dove la percentuale di coloro che ottengono un sostegno economico è del 40 per cento, in Italia solo il 9 per cento della popolazione studentesca gode dello stesso beneficio. La Spagna, invece, dà un contributo economico per garantire il diritto allo studio al 30 per cento dei propri universitari. Anche nei paesi scandinavi è frequente che gli studenti ottengano una borsa, nonostante in Danimarca, Finlandia e Svezia non si paghino le tasse universitarie.

Basta guardare questi dati per comprendere le critiche rivolte dalle associazioni studentesche alla Legge di stabilità 2018. La quale, secondo ciò che è emerso finora, non dovrebbe prevedere un incremento del finanziamento per garantire il diritto allo studio.

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