La crisi pesa sempre di più sugli italiani, al punto che si rinuncia anche all’istruzione terziaria: secondo il rapporto Censis 2012, infatti, sono in netto calo le immatricolazioni all’università. Il 46° “Rapporto sulla situazione sociale del Paese” mostra che nell’anno accademico 2011-2012 si è registrato un’ulteriore diminuzione del 3 per cento delle iscrizioni che va a sommarsi al meno 6,5 per cento del periodo compreso tra il 2006-2007 e il 2010-2011.
Stando ai dati raccolti nel rapporto Censis 2012, il fenomeno del calo delle immatricolazioni all’università non è legato né a fattori demografici né alla contrazione del numero dei diplomati (che invece è cresciuto del 2,2 per cento). I giovani italiani e le loro famiglie, a quanto pare, non credono più alla funzione di “ascensore sociale” dell’istruzione universitaria o al fatto che protegga dalla disoccupazione e, in non pochi casi, non possono comunque permettersi di affrontarne i costi.
Se la laurea è ormai vista da molti come un “lusso”, le famiglie italiane cercano di indirizzare i propri figli verso percorsi di studio che sembrano garantire una più rapida e soddisfacente collocazione nel mondo del lavoro, per tentare di rendere proficui gli sforzi compiuti. La fotografia che ci consegna il rapporto Censis 2012 è infatti quella di un calo molto più marcato delle immatricolazioni ai corsi di laurea umanistici e a quelli del ramo sociale, rispetto a quanto avvenuto per i corsi di indirizzo tecnico-scientifico. Questi ultimi, anzi, guadagnano terreno e i loro iscritti ormai rappresentano il 28,7 per cento del totale degli immatricolati, con un aumento del 2,7 per cento.
Il calo delle immatricolazioni all’università è quindi causato dalla sfiducia generata dalla constatazione che un titolo di studio più elevato non sia sufficiente per ottenere un lavoro più rapidamente o una remunerazione più alta rispetto a quella di un diplomato. Questo, unito alla consapevolezza che le figure professionali maggiormente richieste sono quelle tecniche, ha portato a un boom di studenti per i nuovi Istituti Tecnici Superiori. Il rapporto Censis 2012 mostra una crescita dell’1,9 per cento degli iscritti a scuole secondarie di secondo grado di indirizzo tecnico o professionale, spia della scelta di un percorso formativo più orientato a un immediato collocamento lavorativo.
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