Un’assoluta parità di genere in Italia è ancora lontana, almeno secondo il rapporto Bachelor 2014. Finché si rimane sui banchi dell’università, infatti, le donne si dimostrano più brave degli uomini, ma poi faticano di più rispetto ai coetanei maschi a trovare un lavoro e, quando ci riescono, spesso finiscono a svolgere mansioni al di sotto delle proprie competenze.
L’indagine della multinazionale specializzata nella ricerca e selezione di talenti per le aziende evidenzia il perdurare nel nostro Paese di una disparità tra uomini e donne nel mondo del lavoro, specie in alcuni settori. Benché la percentuale delle laureate d’eccellenza – cioè quelle che hanno ottenuto l’ambito 110 e lode – superi notevolmente quella registrata tra i colleghi uomini, come emerge dal rapporto Bachelor 2014, ciò non si traduce in un più rapido e soddisfacente inserimento professionale, segno che in Italia alcuni pregiudizi nei confronti del sesso femminile sono duri a morire.
Il rapporto Bachelor 2014 è stato stilato sulla base delle interviste fatte a mille giovani “dottori” italiani di tutte le regioni e di differenti aree disciplinari, dalle quali è emerso che ben il 41,6 per cento delle laureate ha ottenuto il massimo dei voti (110 e lode), mentre tra gli uomini il dato scende di 10 punti percentuali. Nonostante questo, la disoccupazione colpisce più duramente il genere femminile, al punto che al Sud è senza lavoro una ragazza su due. E anche se al Centro e al Nord il dato sulla disoccupazione tra le donne scende rispettivamente al 28,7 e al 13,2 per cento, il confronto con gli uomini è impietoso: tra i laureati maschi nelle regioni centrali sono senza lavoro solo il 12,7 per cento e il 12 in quelle settentrionali.
Come se non bastasse, dal rapporto Bachelor 2014 si apprende anche che le donne laureate, quando riescono a trovare un lavoro, si trovano più spesso rispetto ai maschi a dover svolgere compiti che poco o nulla hanno a che vedere con gli studi fatti e che, in non pochi casi, sono ben al di sotto delle proprie qualifiche. Insomma, se proprio vogliono lavorare, le donne – con maggior frequenza rispetto ai laureati uomini – devono accontentarsi di quello che trovano.
A pesare sulla condizione occupazionale delle laureate, tuttavia, non sono solo i pregiudizi di genere ancora vivi nel mondo del lavoro. Come segnala il rapporto Bachelor 2014, spesso sono proprio le ragazze a precludersi le strade con maggiori sbocchi occupazionali, scegliendo ancora per il 35 per cento corsi di laurea dell’area umanistica e solo nel 4,6 per cento dei casi quelli dell’area di Ingegneria, una di quelle che al momento garantiscono un più rapido e soddisfacente inserimento lavorativo.