In Italia nel corso degli ultimi cinque anni è aumentato il numero di laureati stranieri e quello di coloro che terminano gli studi nei tempi previsti, mentre è diminuito quello degli studenti lavoratori. A sancirlo è il Rapporto AlmaLaurea sul profilo dei laureati 2016, presentato oggi a Napoli nel corso del Convegno Nazionale “Formazione universitaria e posti di lavoro: proiezioni spaziali e temporali”, tenutosi all’Università Federico II.
Per stilare il Rapporto AlmaLaurea sul profilo dei laureati 2016, il consorzio interuniversitario ha preso in esame i dati di quasi 270mila laureati (154mila di primo livello, 77mila di secondo e 32mila a ciclo unico) provenienti da 71 atenei di tutta Italia, che hanno completato il proprio ciclo di studi nel 2015.
La prima novità segnalata dal Rapporto AlmaLaurea sul profilo dei laureati 2016 è che nel nostro Paese cresce il numero di stranieri che completano un ciclo di studi universitario. Nel 2010 i cittadini esteri che avevano conseguito un titolo in un ateneo italiano rappresentavano il 2,9 per cento del totale dei laureati, mentre nel 2015 questa quota è salita al 3,4 per cento. Questo è un ottimo segnale, anche se il nostro Paese continua a scontare un deficit di attrattività rispetto ad altre nazioni: nel complesso dei Paesi OCSE, infatti, la quota di stranieri è il 9 per cento, mentre da noi il totale degli studenti non italiani si ferma al 4. Tra i laureati provenienti dall’estero il 55 per cento viene da altri stati membri dell’UE, il 22 per cento dall’Asia e dall’Oceania, il 14 per cento dall’Africa e il 9 dalle Americhe.
Secondo il Rapporto AlmaLaurea sul profilo dei laureati 2016, tra i laureati dell’anno scorso il tasso di fuorisede era del 21 per cento e la maggioranza nei neo dottori – precisamente il 66 per cento, con una punta dell’83 tra i laureati a ciclo unico – proveniva dal liceo (classico, scientifico o linguistico). Si è riscontrato un abbassamento nell’età media alla laurea, che dal 2010 al 2015 è calata di 0,7 anni, passando da 26,9 a 26,2 anni, risultato del parallelo aumento della regolarità negli studi: coloro che hanno concluso il percorso nel tempo previsto sono stati il 47 per cento nel 2015, mentre cinque anni prima ci è riuscito solo il 39 per cento.
L’identikit del laureato 2015 fornito dal Rapporto AlmaLaurea sul profilo dei laureati 2016 mostra poi che il voto medio alla laurea è pari a 102,3 su 110. Il 56 per cento dei laureati ha svolto uno più tirocini o stage durante gli studi e il 10 per cento (dato in crescita rispetto al 9 per cento del 2010) ha trascorso un periodo di formazione all’estero. Scende sensibilmente, invece, il numero di coloro che hanno svolto un lavoro durante gli anni dell’università: erano il 74 per cento nel 2010, oggi sono solo il 65.
Quest’ultimo dato non è molto confortante, in quanto il rapporto mostra come l’aver lavorato già prima della laurea sia uno dei fattori che incidono maggiormente sulla probabilità di lavorare a un anno dalla laurea. Gli altri, che comunque pesano molto meno, sono aver effettuato stage o tirocini formativi e l’aver trascorso un periodo all’estero.