La maturità è in arrivo e probabilmente gli studenti che dovranno affrontarla sono troppo concentrati sugli esami per pensare al dopo. Meno male, viene da dire guardando l’ultimo Rapporto Almalaurea sulla condizione occupazionale e formativa dei diplomati italiani.
Che cosa fanno la notte “dopo” gli esami? Smaltita l’adrenalina si orientano soprattutto verso l’università, ma non per tutti è un’esperienza positiva. E anche chi sceglie la via del lavoro ha i suoi problemi. Andiamo per ordine: l’indagine del consorzio universitario Almalaurea, realizzata in collaborazione con Almadiploma, si è concentrata su 20.000 studenti che si sono diplomati nel 2007 e nel 2009. E se il profilo dei laureati è fatto di luci e ombre, altrettanto si può dire di chi esce dalle superiori.
Un primo dato che fa riflettere è quello delle iscrizioni all’università a un anno dal diploma, guardando dunque al campione uscito dalle superiori nel 2009. Su dieci diplomati sono sei quelli che scelgono di proseguire con gli studi e di questi solo tre quarti riesce a seguire le lezioni e dedicarsi esclusivamente agli studi. Un altro 25 per cento circa di queste matricole si divide tra lavoro e università, mentre se guardiamo al totale dei diplomati, è il 23,5 per cento a entrare in qualche modo nel mondo del lavoro, mentre c’è un 11 per cento che non prosegue con gli studi e cerca lavoro e un altro 5 per cento che non si è iscritto all’università e neanche cerca un’occupazione.
A ben guardare, poi, conta molto la tipologia di scuole superiori frequentate. A un anno dalla maturità, ad esempio, i liceali iscritti all’università salgono al 70 per cento, mentre il 22 per cento lavora e studia. Se passiamo agli istituti tecnici, frequenta a tempo pieno l’università il 51,6 per cento dei diplomati, mentre chi esce dagli istituti professionali sceglie un ateneo soltanto nel 21,4 per cento dei casi. I fattori si invertono se si guarda alle possibilità di ingresso immediato nel mondo del lavoro dopo il diploma, anche se la disoccupazione lascia a casa molti diplomati di indirizzo tecnico professionale.
Tornando a chi ha scelto l’università, vediamo quali sono i corsi di laurea più gettonati. Un quarto dei diplomati 2009 ha optato per l’area umanistica, il 22 per cento per quella economico-sociale e quasi il 16 per ingegneria o architettura.
I risultati mediamente conseguiti nel corso del primo anno confermano che ci sono ancora grandi passi da compiere in sede di orientamento. I crediti formativi accumulati, ad esempio, sono in media 38 contro i 60 necessari. E sempre al primo anno un sesto circa degli iscritti abbandona oppure corso o ateneo.
Ma cosa succede a tre anni dalla maturità? Il rapporto Almalaurea ha scandagliato anche le sorti dei diplomati dell’anno 2007, con un 55 per cento che è impegnata soltanto all’università e il 36 che lavora e non studia. Diminuisce anche chi cerca lavoro, il 6 per cento, e chi non lo cerca più (3 per cento). Dopo tre anni dal diploma l’8,7 per cento ha lasciato l’università, un ulteriore 9,4 per cento ha cambiato o corso o ateneo e il 18 per cento però si dichiara insoddisfatto della scelta dell’università.