Qualcosa inizia a muoversi sul fronte del lavoro anche per i laureati, ma gli strascichi della recessione si faranno sentire a lungo: questo è quanto emerge dal Rapporto AlmaLaurea sulla condizione dei occupazionale laureati 2015. Il consorzio interuniversitario ha presentato ieri mattina a Milano il XVII rapporto che analizza la situazione lavorativa dei dottori di 65 atenei pubblici italiani a uno e cinque anni dalla discussione della tesi. Dall’analisi effettuata è emerso un quadro contrastante, con luci e ombre. Se, infatti, da un lato le cose sembrano iniziare a migliorare per quanto riguarda i livelli occupazionali, d’altra parte – ha spiegato Andrea Cammelli, direttore di AlmaLaurea – i giovani “pagheranno in futuro il prezzo più elevato della crisi”.
Secondo il Rapporto AlmaLaurea sulla condizione dei occupazionale laureati 2015 per i 490mila giovani che hanno conseguito il titolo nel 2014, a un anno dalla laurea il tasso di occupazione è del 66 per cento per coloro che hanno concluso un corso triennale e del 70 per cento per i laureati magistrali, mentre per quelli a ciclo unico la percentuale è pari al 49 per cento. Per i primi due gruppi si è registrata anche una lieve contrazione – circa mezzo punto – del tasso di disoccupazione, che si attesta al 26 per cento tra i laureati triennali e al 22 tra quelli magistrali. Il discorso cambia per i laureati a ciclo unico, tra i quali si registra una percentuale di senza lavoro pari al 30 per cento (+6 punti percentuali in un anno), frutto delle difficoltà di inserimento incontrate soprattutto dai laureati in Giurisprudenza e Architettura.
A un anno dal titolo il lavoro svolto, stando ai dati del Rapporto AlmaLaurea sulla condizione dei occupazionale laureati 2015, è classificato come “stabile” (autonomo effettivo o dipendente a tempo indeterminato) per il 39 per cento (-2 per cento rispetto all’anno passato) dei laureati triennali e per il 34 (-1 per cento) per cento dei magistrali. La quota di laureati stabilmente occupati dopo un anno dal termine degli studi è, invece, in crescita di 6 punti percentuali tra i laureati a ciclo unico, per i quali raggiunge il 38 per cento.
Rispetto all’inizio della crisi (2008), tuttavia, il numero di laureati impiegato in modo stabile è drammaticamente crollato. Il Rapporto AlmaLaurea sulla condizione dei occupazionale laureati 2015 evidenzia che tra i laureati triennali i contratti a tempo indeterminato sono scesi del 17 per cento, tra quelli magistrali del 9 per cento e tra quelli a ciclo unico del 6 per cento.
Nel confronto con l’anno precedente, le retribuzioni risultano leggermente cresciute: lo stipendio netto mensile raggiunge in media i 1.013 euro per i dottori triennali, i 1.065 per quelli magistrali e i 1.024 per quelli a ciclo unico. Anche in questo caso, però, dal Rapporto AlmaLaurea sulla condizione dei occupazionale laureati 2015 emerge che rispetto al 2008 le retribuzioni reali sono calate del 22 per cento per i laureati triennali, del 18 per cento per i magistrali e del 17 per quelli a ciclo unico.
Stando ai dati raccolti per il Rapporto AlmaLaurea sulla condizione dei occupazionale laureati 2015, tutti i dati migliorano se si analizza la situazione dei laureati a cinque anni dal conseguimento del titolo. Tra loro, infatti, la percentuale di occupati si avvicina al 90 per cento (86 per cento per triennali e magistrali e 87 per cento tra i dottori a ciclo unico) e quella dei disoccupati oscilla tra il 9 dei laureati triennali e magistrali e il 7 per cento di quelli a ciclo unico. Nel lungo periodo aumenta anche la stabilità lavorativa, con percentuali che raggiungono il 73 per cento tra i dottori di primo livello, il 70 tra quelli di secondo e il 78 per cento tra quelli a ciclo unico. Segno più anche per le retribuzioni, che in media arrivano a 1.300 euro mensili (1.350 euro per laureati triennali e magistrali e 1.300 per i laureati a ciclo unico).