È stato pubblicato il rapporto 2013 sulla condizione occupazionale e formativa dei diplomati italiani di scuola secondaria superiore, prodotto da AlmaDiploma e da AlmaLaurea. Il dato più rilevante che ci offre il rapporto AlmaLaurea 2013 sui diplomati è quello della riduzione delle iscrizioni all’università, causata da ridotto interesse, difficoltà economiche delle famiglie e mancanza di politiche per il diritto allo studio. Parallelamente alle immatricolazioni, però, diminuisce anche il tasso di occupazione giovanile e cresce invece la categoria dei NEET (Not in Education, Employment or Training).
Il rapporto AlmaLaurea 2013 sui diplomati è frutto di un’indagine che ha riguardato oltre 48mila studenti che hanno concluso il ciclo di studi secondari superiori nel 2011, 2009 e 2007 intervistati a uno, tre e – per la prima volta – cinque anni dal conseguimento del titolo.
Università o lavoro? Secondo il rapporto AlmaLaurea 2013 sui diplomati il 61 per cento si iscrive a un corso di laurea, il 19 per cento preferisce inserirsi direttamente nel mercato del lavoro, il restante 20 per cento si divide tra chi è alla ricerca attiva di un impiego e chi invece, per motivi vari, no. A influire nella scelta sono il voto di diploma, l’estrazione sociale e il titolo di studio dei genitori.
Quali le facoltà preferite? Oltre un quinto dei diplomati del 2011 intervistati ha optato per l’area economico-sociale, il 20 per cento ha invece scelto quella umanistica e il 19 per cento si è orientato verso una laurea in Ingegneria o Architettura. Ma dopo un anno di studi il 6 per cento di loro ha deciso di abbandonare l’università, mentre un ulteriore 6 per cento ha cambiato ateneo o corso di laurea. Dopo tre anni sale a 18 diplomati su cento la quota di insoddisfatti della propria scelta universitaria.
E chi ha scelto di lavorare? Stando ai dati del rapporto AlmaLaurea 2013 sui diplomati a un anno dal conseguimento del titolo risultano occupati 31 diplomati su cento, percentuale che raggiunge il suo massimo per i diplomati professionali e il minimo tra i liceali. A tre anni dal titolo la percentuale di occupati cresce al 45 per cento, e a cinque al 57 (68 fra i diplomati professionali). Ma che indica il rapporto AlmaLaurea 2013 sui diplomati sulla soddisfazione nei confronti del loro lavoro? A cinque anni dal conseguimento del diploma: emerge un grado di soddisfazione abbastanza elevato. Particolarmente appaganti risultano i rapporti con i colleghi (7,8), il luogo di lavoro e il grado di autonomia (7,4), meno altri aspetti come la coerenza con gli studi fatti (5,3), le prospettive di carriera (5,6) e di guadagno (5,7), la corrispondenza tra attività lavorativa e i propri interessi culturali (5,9).
I dati presentati dal rapporto AlmaLaurea 2013 sui diplomati sono particolarmente utili, come ha sottolineato Andrea Cammelli, professore di Statistica e direttore del consorzio AlmaLaurea, perché aiutano a capire “quali scelte, al di là delle intenzioni e dei desideri, i diplomati hanno compiuto per davvero, quali strade hanno seguito (o abbandonato) sino a cinque anni dal conseguimento del titolo”. La comprensione di questi fenomeni, prosegue Cammelli “è una sfida importante perché incide sul miglioramento del sistema scolastico, sulle politiche all’istruzione e al lavoro, sull’orientamento”.