Se c’è una cosa che in Italia funziona davvero poco, è l’orientamento. Sia quello per la scelta della scuola superiore sia quello per l’università, come segnala il Rapporto Almadiploma 2018. L’indagine è stata realizzata dal consorzio intervistando più di 41mila diplomati del 2016 a un anno dalla maturità e oltre 38mila diplomati del 2014 dopo tre anni. I quali nel 45 per cento dei casi ritengono di aver sbagliato indirizzo di studi alle superiori. Praticamente un diplomato su due, se potesse tornare indietro, sceglierebbe diversamente. E anche tra quanti si iscrivono all’università il tasso di ripensamento è alto: il 12 per cento crede di aver sbagliato corso di laurea.
Rapporto Almadiploma 2018: “1 diplomato su 2 pentito della scuola scelta”
Stando ai dati del Rapporto Almadiploma 2018, a una anno dalla maturità solo il 55 per cento dei diplomati si iscriverebbe nuovamente alla stessa scuola frequentata optando per il medesimo indirizzo di sudi. Il 45 per cento, invece, è pentito della propria scelta. Tra gli insoddisfatti, più del 25 per cento opterebbe per un istituto e un indirizzo di studi diversi, mentre il 12 per cento cambierebbe solo istituto e l’8 per cento s’iscriverebbe a un altro indirizzo presso la stessa scuola. L’insoddisfazione più elevata si registra tra i diplomati delle scuole professionali.
Il 12 per cento di chi prosegue gli studi sbaglia corso all’università
Il 67 per cento di coloro che hanno conseguito la maturità nel 2016 si è iscritto all’università. La maggioranza ha scelto un corso di laurea umanistico. Ma nemmeno in questo caso l’appagamento è totale. 12 su cento dopo un anno sono pentiti del corso al quale si sono iscritti e il 7 per cento di questi ha già abbandonato gli studi. Secondo il Rapporto Almadiploma 2018, il restante 5 per cento ha cambiato corso o ateneo. Gli insoddisfatti sono per il 20 per cento diplomati professionali, per il 10 per cento tecnici e per il 4 per cento liceali.
A un anno dal diploma lavora il 35 per cento
La quota di coloro che a 12 mesi dalla maturità ha un lavoro è del 35 per cento. Il 19 per cento è un lavoratore a tutti gli effetti, mentre il 16 per cento studia e lavora. Il tasso di occupazione è maggiore tra i diplomati professionali (47 per cento), scende leggermente tra i tecnici (42 per cento) e drasticamente tra gli ex liceali (27 per cento). La quota di occupati a tre anni dal diploma sale al 45 per cento. Stando ai dati del Rapporto Almadiploma 2018, il 27 per cento è esclusivamente un lavoratore, mentre gli studenti lavoratori sono il 18 per cento. Il tasso di occupazione tra i diplomati professionali arriva al 69 per cento, tra i tecnici al 56 e tra i liceali al 32.
Tuttavia, il Rapporto Almadiploma 2018 evidenzia anche che il 42 per cento degli occupati dichiara di non sfruttare affatto le competenze acquisite durante gli studi superiori. Il 39 per cento, invece, le sfrutta parzialmente e solo il 19 per cento le usa pienamente. Quelli che nel lavoro usano meno le competenze acquisite sono gli ex liceali, che per il 47 per cento dichiarano di svolgere attività che non hanno nulla a che vedere con gli studi fatti.