Rapporto Almadiploma 2017: 14 ragazzi su 100 sbagliano corso di laurea
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Rapporto Almadiploma 2017: “9 liceali su 10 all’università, ma il 14 per cento delle matricole si pente del corso scelto”

da | Feb 2017 | News | 0 commenti

Per i liceali l’università è ancora la scelta privilegiata dopo la maturità. Lo sancisce il Rapporto Almadiploma 2017, che segnala come l’89 per cento dei giovani che escono dal classico, dallo scientifico, dal linguistico o dal liceo delle Scienze umane si iscrivano a un corso di laurea. La percentuale scende al 51 per coloro che hanno in tasca un diploma tecnico e al 26 per cento per gli studenti freschi di maturità professionale.

L’indagine svolta da Almadiploma ha preso in esame la condizione dei diplomati a uno, tre e cinque anni dal conseguimento del titolo, coinvolgendo 350 scuole italiane e intervistando un totale di 115mila studenti. Nel complesso si è iscritto all’università il 70 per cento dei diplomati da un anno. Sono le ragazze, in particolare, a immatricolarsi (il 75 per cento del totale), mentre i coetanei maschi che vanno all’università sono 66 ogni 100.

Il Rapporto Almadiploma 2017 sottolinea che, però, tra coloro che si iscrivono a un corso di laurea il 14 per cento si pente dopo un anno. Il 6 per cento sceglie di abbandonare e l’8 per cento cambia ateneo o percorso di studi. A iscriversi all’università sono soprattutto coloro che provengono dai contesti più agiati e specialmente quanti hanno almeno un genitore laureato.

Per coloro che non si iscrivono all’università, l’alternativa è cercare un lavoro. Ma in Italia non è facile trovarlo. A un anno dal diploma, il Rapporto Almadiploma 2017 segnala un tasso di disoccupazione pari al 17 per cento. Il 33 per cento dei giovani freschi di maturità, tuttavia, sceglie di studiare e lavorare. L’indagine mostra, inoltre, che per trovare lavoro più rapidamente è determinante aver svolto stage o tirocini durante il percorso scolastico. Nei professionali, in particolare, l’alternanza scuola-lavoro risulta fondamentale nel 90 per cento dei casi.

Il 25 per cento dei diplomati che lavorano ha un impiego stabile, il 22 per cento ha un contratto a termine e il 26 è stato assunto con contratti di formazione. C’è poi un 10 per cento di lavoro nero.

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