Prima manifestazione dell’anno scolastico oggi, 5 ottobre 2012: studenti di tutta Italia sono scesi in piazza per gridare la propria protesta contro il governo Monti, i tagli all’istruzione, la crisi economica. Le tre città maggiormente coinvolte sono state Roma, Milano, Torino e Palermo, interessate da cortei con striscioni e slogan e, pare, anche da scontri tra manifestanti e polizia.
A Roma le situazioni più critiche si sono verificate alla stazione Ostiense, dove gli studenti in protesta hanno tentato di bloccare la circolazione ferroviaria, e a Porta Portese; numerosi, pare, gli scontri, durante i quali sembra che siano rimasti feriti sia studenti che rappresentanti delle forze dell’ordine. Giunto all’Università La Sapienza, il corteo di manifestanti si sarebbe poi suddiviso in più assemblee, per concordare le successive strategie di protesta.
A Milano i cortei sono stati due, partiti da Via Palestro e da Largo Cairoli con molti striscioni e al grido di “No al ddl Profumo, fuori banche e aziende dalle scuole, saperi per tutti, privilegi per nessuno”. Bombolette spray e lanci di uova hanno caratterizzato il passaggio degli studenti per le strade cittadine, che ha paralizzato parte del traffico del capoluogo lombardo; uno dei due cortei di protesta si è diretto alla sede della Regione Lombardia, dove, secondo quanto riporta l’AGI, si sono verificati scontro che hanno causato una decina di feriti.
Alcuni feriti anche a Torino, dove il corteo ha deviato rispetto alla direzione programmata e gli studenti hanno scagliato uova e bottiglie contro le forze dell’ordine. La polizia avrebbe reagito caricando per disperdere la protesta: sarebbero cinque i manifestanti contusi e una quindicina i fermati.
Tessere elettorali bruciate dagli studenti maggiorenni, invece, a Palermo, dove la manifestazione più significativa è avvenuta davanti al palazzo della Presidenza della Regione Sicilia. Qui la protesta ha assunto una colorazione anche locale, poiché si è incentrata sulle elezioni regionali, ritenute strumento utile solo per far salire al potere personaggi che avrebbero l’intento di penalizzare studenti e classi deboli con continui sacrifici economici.
La protesta, tuttavia, non si limita a questi quattro capoluoghi ma è diffusa in tutta la penisola, con manifestazioni anche a Napoli, Pisa, Catanzaro, Bologna e altri centri, per un totale di una ventina di città. E gli studenti non intendono fermarsi: la rabbia contro i tagli e i sacrifici richiesti dal governo Monti è tanta e in base agli eventi delle ultime ore non sembra destinata ad esaurirsi in una sola giornata.
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