Gli studenti ce l’hanno fatta: la graduatoria d’ammissione a Medicina per l’anno accademico 2014-2015 non è scaduta lo scorso 1 ottobre, come era stato stabilito in un primo momento dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), ma è stata prorogata fino a completa attribuzione dei posti disponibili. Arrivati al termine ultimo inizialmente fissato dal ministero, restavano ancora da assegnare circa 940 posti per via di lungaggini e disguidi negli scorrimenti, che avevano causato non poche proteste.
La procedura prevedeva che giunti alla scadenza della graduatoria d’ammissione a Medicina, coloro che dopo l’ultimo scorrimento si fossero trovati ancora nello status di “prenotati” procedessero all’immatricolazione entro quattro giorni e che poi i posti rimasti non assegnati fossero definitivamente cancellati. Proprio questa prospettiva spaventava gli studenti, visto che si profilava il rischio che potessero andare perduti tra i 200 e i 300 posti.
Perché gli scorrimenti della graduatoria d’ammissione a Medicina – quindici quelli avvenuti fino al 30 settembre – sono andati parecchio a rilento, nonostante quest’anno il test si sia svolto addirittura ad aprile, proprio per evitare intoppi nell’avvio dell’anno accademico. Già a partire da luglio alcuni studenti avevano denunciato i rallentamenti, dovuti per lo più al fatto che al momento dell’iscrizione al test si potessero indicare tra le preferenze tutte le sedi possibili, opportunità che in non pochi hanno colto. Così, le combinazioni possibili sono diventate moltissime e il sistema s’è inceppato. A rendere ancora più complicato il tutto c’è anche il fatto che parecchi studenti risultavano immatricolati sia a un’università pubblica che a una privata, ma non avevano ancora comunicato la propria rinuncia, così il posto lasciato vacante non era potuto tornare in palio.
Un bel pasticcio, insomma, che alla fine ha costretto il MIUR a prorogare la graduatoria d’ammissione a Medicina per rassicurare gli studenti sul fatto che nessuno degli ambitissimi 10.551 posti disponibili andasse perduto. E che fa riflettere anche sul sistema della graduatoria nazionale, che garantisce maggior equità nei punteggi d’ingresso, ma che risulta eccessivamente farraginoso.