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Il praticantato per diventare giornalista

da | Dic 2010 | Praticantato | 0 commenti

Come descritto nel percorso formativo per diventare giornalista, la legge 69 del 1963 detta le regole di questa professione. Essa istituisce infatti l’Ordine dei Giornalisti e le regole per l’accesso agli albi professionali previsti: l’albo dei pubblicisti e l’albo dei professionisti. Chi vuole diventare giornalista infatti, è bene che inizi presto la cosiddetta “gavetta” perché il percorso del praticantato da giornalista non è breve né facile, e richiede molta determinazione.

Il primo passo per diventare giornalisti pubblicisti è quello di iniziare a scrivere articoli regolarmente retribuiti per 24 mesi, in modo continuativo, due anni in cui si dovrà certificare di aver scritto almeno 70-80 articoli, ricevendo un corrispettivo minimo di 5 mila euro lordi nel biennio. La retribuzione è infatti un requisito indispensabile, insieme alla dichiarazione del direttore sull’effettiva collaborazione andata a buon fine. Per tutte le specifiche relative all’iscrizione all’albo dei giornalisti pubblicisti è bene consultare la declinazione regionale dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti.

Diventare professionisti è altrettanto avventuroso, lo scoglio più grande è infatti trovare un editore che dia la possibilità di svolgere un tirocinio regolato secondo il contratto nazionale dei giornalisti della durata di 18 mesi, al termine dei quali si può accedere all’esame di stato per diventare giornalisti professionisti. Tale praticantato da giornalista dovrà essere quindi regolato da contratto collettivo, e retribuito in base ai livelli previsti per legge. C’è la possibilità di svolgere il tirocinio in diverse sedi e redazioni, per arrivare alla quota dei 18 mesi.

La difficoltà di questo requisito, ha reso necessaria nel tempo la costituzione di alcune scuole di giornalismo riconosciute dall’ordine, la cui frequenza sostituisce il periodo di praticantato e assicura l’accesso all’esame finale dopo il praticantato da giornalista. Queste scuole sebbene ben dislocate sul territorio hanno spesso dei costi sostenuti e poco accessibili, oltre al numero programmato che consente una media di circa 20 studenti al biennio.

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