olocausto negazionismo università teramo
Lezioni di
negazionismo all’università. Scoppia la polemica su un professore dell’Università di
Teramo, Claudio Moffa, dopo la denuncia di
Repubblica con il
video della lezione che il professore ha tenuto a fine settembre all’interno del suo master a Scienze Politiche, in cui ha parlato dell’
olocausto come “un’arma ideologica” usata in modo strumentale per la “crocifissione di un intero popolo” con “fini politici ed economici” avvallando le ipotesi revisioniste che mettono in dubbio l’effettiva veridicità del genocidio ebraico.
“Il
tema-tabù del mondo accademico, la questione della ‘Shoah’, della difesa del suo dogma da parte della Inquisizione del III millennio, e del suo uso politico nel complesso contesto della guerra infinita del Vicino Oriente” questo il titolo della lezione che ha aperto le polemiche non solo in seno alla comunità accademica, che in consiglio di facoltà, la prossima settimana, dovrà prendere una posizione sul da farsi.
Intanto l’
indignazione circola dappertutto, non solo tra i parenti delle vittime dell’olocausto, alcuni dei quali hanno scritto al rettore di Teramo. Sono gli stessi
storici della facoltà di Teramo ad aver fatto circolare un appello ai vertici dell’ateneo in cui chiedono all’amministrazione universitaria di assumersi la responsabilità delle lezioni che avvengono in una università pubblica.
Mentre si discute sulla cacciata del docente dall’università, la ministra
Gelmini definisce le parole di Moffa “inaccettabili” e offensive nei confronti della “memoria degli ebrei morti nelle camere a gas”, al Tg5 dichiara: “non è possibile che nelle università italiane insegnino professori che seminano odio”.