Sono davvero pochi gli studenti che usufruiscono di periodi di studio all’estero, organizzati dal sistema universitario.
Secondo quanto emerge dal rapporto sull’università 2009, stilato dal Comitato nazionale di valutazione del sistema universitario (Cnvsu), la partecipazione degli studenti italiani ai programmi di mobilità internazionale è pari all’1,3 per cento del totale degli iscritti, dottorandi inclusi.
Si tratta di un dato piuttosto stabile negli ultimi tre anni, spiega il rapporto. Una quota lontana dalle previsioni del progetto Socrates II che si prefiggeva di raggiungere il 10 per cento degli studenti, ma che comunque resta sopra la media europea. Qui a partecipare ai programmi di mobilità universitaria è solo lo 0,76 per cento degli studenti.
La maggior parte degli studenti e dei dottorandi che decide di aderire a uno dei progetti di studio all’estero proviene da aree di indirizzo economico, linguistico, sociale e tecnologico. Queste aree coprono circa la metà degli studenti e dottorati che si spostano all’estero.
Tra questi, circa il 34,1 per cento studia in atenei del Nord-Ovest, il 24,7 per cento in atenei del Centro, e il 23,2 per cento in atenei del Nord-Est. Il restante 18 per cento studia invece in una delle università del Sud o delle isole.
La meta preferita dagli studenti che si spostano all’estero è, quasi in tutti i casi un Paese europeo (86,1 per cento), e solo in alcune eccezioni (14 per cento) una località extra-europea.