Rubacuori navigati o imbranati cronici? Nel secondo caso, se siete iscritti all’Università di Pechino, potrete avere in aiutino frequentando un corso di relazioni sentimentali. È questa l’ultima novità nell’offerta formativa dell’università cinese: un corso dedicato all’arte dell’amore che potrebbe essere incluso nel piano di studi.
Il dipartimento per la formazione della città sta infatti mettendo a punto un piano che si concentra sul benessere psicologico degli studenti, con l’obiettivo di insegnare loro “ad amare se stessi, a esprimere il proprio amore, rifiutarlo, coltivarlo e essere innamorati”. Un’idea che sta sollevando molto interesse e non poche polemiche, soprattutto considerato che anche l’amore omosessuale, di norma un tabù in Cina, potrebbe essere contemplato nel corso in preparazione.
“L’amore non può essere insegnato. Si impara in prima persona” commenta una studentessa dell’Università di Pechino, che lo frequenterà per svago, ma dal corso – dice – si aspetta ben poco. Le università legate alla municipalità di Pechino accolgono prevalentemente studenti residente in città e questo, secondo Li Meng – 23 anni, specializzando in fisica – rende il corso ancora più inutile di uno sul controllo delle nascite o sull’educazione sessuale.
Gli studenti che vivono nella metropoli, infatti, ne sanno già abbastanza dell’amore prima di arrivare all’università. “Sarebbe meglio che questi corsi fossero facoltativi. Il nostro carico didattico è già abbastanza pesante, senza includere corsi senza senso“, dice. Secondo uno studente al secondo anno, invece, l’idea potrebbe anche essere utile, dal momento che non è inusuale sentire di studenti che si suicidano di fronte ad una delusione d’amore.
Yang Dongping, professore di educazione al Beijing Institute of Technology, dice che corsi del genere sono necessari. “Come ad Harvard, dove agli studenti si insegna come essere felici“. L’ufficio per la formazione di Pechino, ideatore del progetto, fa sapere che alle università cittadine sarà consigliato di inserire il corso nel curriculum di studi, ma non sarà obbligatorio.