Con un livello sempre crescente di criminalità, casi sempre più frequenti di razzismo e aggressione nei confronti delle donne, il dibattito sul futuro della nostra società è aperto e sempre più sulla bocca di tutti.
Ci domandiamo come potranno i nostri figli e nipoti vivere in un modo così difficile o, addirittura, come vivremo noi solo tra 40 anni.
Quale tipo di provvedimento dovrebbero prendere i capi di stato per arginare o assicurarci un futuro dunque? È qualcosa che dipende interamente da loro?
Tra le possibili risposte a questa domanda, troviamo inaspettatamente i risultati di EF EPI 2019, una ricerca sulla conoscenza della lingua inglese svolta su oltre 2,3 milioni di adulti in 100 paesi in tutto il mondo.
L’indagine compiuta da EF Education First, azienda leader nel settore della formazione internazionale, rileva infatti una interessante correlazione tra la conoscenza dell’inglese di un paese e la sua capacità di innovarsi, essere produttivo, equo e aperto.
Inglese e innovazione
Il XXI secolo ha visto un crescente tasso di connettività tra persone che hanno scelto l’inglese come strumento per comunicare. La lingua inglese si è dimostrata quindi indispensabile per mettere in connessione realtà molto diverse tra di loro, distanti territorialmente e culturalmente.
L’effetto di fenomeno non può che essere positivo per quanto concerne la ricerca scientifica e l’innovazione tecnologica: nei paesi dove la conoscenza dell’inglese è elevata, si rileva anche una grande scambio di idee e un aumento di ricerche scientifiche.
Paesi come l’Olanda, prima nella classifica EPI 2019, o la Svezia, la Norvegia e la Danimarca da anni hanno adottato politiche di incentivazione dell’utilizzo della lingua inglese all’interno del sistema scolastico di cui vediamo oggi i frutti nel settore.
Gli strumenti di collaborazione stanno al tempo stesso aumentando e vedono l’inglese come strumento per la comunicazione.
Nel 2017, l’Unione delle associazioni internazionali ha catalogato 10.786 incontri e convegni in 166 Paesi in tutto il mondo.
Solo nel 2018 TEDx, la utilizza l’inglese come principale lingua, ha organizzato 3.700 conferenze in inglese.
Viene naturale chiedersi dunque, a quante informazioni preziose, quanto sapere non possiamo attingere quando non siamo in grado di leggere e parlare la lingua inglese?
Inglese e società
Il settore scientifico ed accademico non è l’unico ad avere dei vantaggi dalla permeazione della lingua inglese nella nostra società.
Studiare l’inglese infatti, può offrire benefici considerevoli anche ad un paese a livello di uguaglianza sociale e politica.
EPI delinea infatti un quadro chiaro: esiste una correlazione tra il livello di conoscenza della lingua inglese di un paese e la sua capacità di essere in grado di dare spazio a minoranze e dare risalto al ruolo della donna.
Nelle società con ruoli di genere più progressivi, l’inglese viene parlato meglio e, al tempo stesso, ritroviamo un livello più alto di emancipazione politica e sociale, nonché di benessere.
Al tempo stesso, nei sistemi rigidi e gerarchici, i cittadini subalterni e giovani devono obbedire agli ordini provenienti dall’alto e si vengono a formare situazioni di disparità che vengono considerate normali e non vengono ostacolate. Non conoscendo alternative, le persone accettano l’autorità più facilmente, senza farsi troppe domande.
Infine, c’è la conseguente tendenza a guardare al proprio interno – un po’ perché non si conoscono alternative e un po’ perché non si ha la capacità di trovarne – e una società rimane inevitabilmente chiusa.
Inglese e lavoro
Il tema del lavoro è forse tra i più caldi nel nostro paese, considerando che il tasso di disoccupazione giovanile è rimasto abbastanza alto nel corso degli ultimi anni. Non è neanche una sorpresa ritrovare che, tra i risultati di EPI 2019, c’è la conferma che la conoscenza della lingua inglese aumenti le possibilità di una società di aumentare il tasso di occupazione generale.
L’ambiente lavorativo è in forte evoluzione non possiamo più aspettarci di mantenere lo stesso posto di lavoro per tutta la nostra carriera come hanno fatto i nostri genitori.
Di conseguenza, la conoscenza dell’inglese, o addirittura di una seconda lingua straniera, ci permette di avere accesso a molte più possibilità lavorative, maggiore flessibilità quando dobbiamo passare da un ruolo all’altro e, non da ultimo, un maggiore salario.
Politiche di crescita per il nostro paese
Anche nel 2019 l’Italia si conferma indietro rispetto a moltissimi paesi sulla conoscenza dell’inglese. Non solo: per la prima volta, il nostro paese si trova all’ultimo posto in Europa.
Cosa fare dunque per migliorare la situazione e assicurare alla nostra terra un futuro?
Possiamo prendere esempio da altri paesi europei come la Francia e i paesi nordici che hanno fatto investimenti su sistema dell’istruzione fornendo strumenti aggiuntivi per l’apprendimento delle lingue straniere, in particolare dell’inglese.
Non solo la presenza dell’inglese all’interno delle classi, ma addirittura incentivi per gli studenti ai viaggi studio, borse di studio vivere esperienza all’estero o bonus per l’apprendimento dell’inglese on line.
E se questo non accade? Per fortuna siamo italiani e pieni di risorse – se Maometto non va alla montagna, la montagna va a Maometto. Quindi se l’inglese non arriva da noi, saremo noi che dovremo armarci di buona volontà e andare incontro all’inglese, seguendo corsi di inglese e programmi formazione linguistica all’estero.