Solo chi dichiara di non pagare il “pizzo” può essere inserito tra i fornitori dell’Ateneo di Palermo. È una delle azioni concrete messe in campo dall’Università di Palermo, una delle più grandi stazioni appaltanti della Sicilia, per combattere la mentalità mafiosa e del malaffare.
Lo ha annunciato il rettore Roberto Lagalla: “Il Senato accademico e il Consiglio di amministrazione, su mia proposta e in sintonia con l’iniziativa di Addiopizzo – ha affermato Lagalla – hanno approvato una delibera che impone a tutti i fornitori dell’Ateneo di sottoscrivere preventivamente una dichiarazione in cui affermano di non essere soggetti al pagamento del ‘pizzo’ e a qualsiasi altra forma di condizionamento criminale. Chi verrà scoperto a rendere dichiarazioni mendaci sarà sottoposto a dure sanzioni”.
L’iniziativa verrà presentata nei dettagli nelle prossime settimane con Addiopizzo. “È importante che tutte le istituzioni collaborino a un processo di cambiamento culturale delle coscienze, soprattutto quelle dei giovani – ha spiegato il rettore – quest’azione vuole essere un segnale importante in questa direzione educativa”.