Presto dovremo mettere mano al portafogli per via di una nuova imposta sugli immobili e da qualche giorno a questa parte i telegiornali ne parlano quotidianamente: è la Tasi, la tassa municipale sui servizi indivisibili istituita con la legge di stabilità 2014, che servirà a coprire le spese sostenute dai comuni per servizi quali la manutenzione e l’illuminazione stradale. La novità principale introdotta con questo tributo è che, oltre che sui proprietari, esso peserà anche sugli inquilini, per cui tra coloro che dovranno pagarlo ci sono anche gli studenti fuori sede che hanno una stanza o un appartamento in affitto.
La legge parla chiaro: il pagamento di una quota compresa tra il 10 e il 30 per cento (a seconda di quanto deciso dai singoli comuni) del totale dell’importo della Tasi 2014 spetta anche all’occupante (o agli occupanti) di un immobile. Questo significa che chi ha un regolare contratto di locazione, studenti compresi, sarà chiamato a versare una parte della tassa.
L’aliquota base della Tasi è lo 0,1 per mille, ma i comuni – in totale autonomia – hanno facoltà di aumentarla fino al 2,5 per mille, se non hanno intenzione di introdurre detrazioni, o fino al 3,3 se le introdurranno. L’importo si calcola a partire dalla rendita catastale dell’immobile, rivalutata del 5 per cento, e moltiplicata per 160. Al questo prodotto si deve poi applicare l’aliquota stabilita dal proprio comune.
La tassa si paga in due rate, la prima delle quali si sarebbe dovuta versare entro il 16 giugno scorso. Questo, però, è avvenuto solo in meno di 2mila comuni, perché gli altri non hanno emesso in tempo la delibera con le aliquote. Il pagamento dell’acconto nei comuni “ritardatari” (tra cui anche Milano e Roma) è stato prorogato e il nuovo termine è stato fissato al 16 ottobre, mentre il saldo andrà versato – come previsto dall’inizio – entro il 16 dicembre prossimo. Il pagamento della Tasi può essere effettuato tramite modello F24 oppure per mezzo di appositi bollettini postali.
La Tasi rappresenta un ulteriore spesa per gli studenti fuori sede, già gravati dalle tasse universitarie e dal costo degli affitti, e in merito non sono mancate le polemiche. Tanto che in più di una città le associazioni studentesche hanno protestato chiedendo che i giovani che frequentano l’università lontano da casa siano esonerati dal pagamento. Per la maggior parte di loro, però, la prospettiva al momento rimane quella di dover far fronte anche a questa uscita.