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Facoltà di giurisprudenza: i nuovi sbocchi lavorativi

da | Lug 2022 | Orientamento universitario | 0 commenti

Negli ultimi anni, si è registrato un numero sempre minore di iscrizioni alle facoltà di giurisprudenza. Infatti, sembrerebbe essersi diffusa una convinzione secondo cui ci sono già troppi giuristi sul territorio e che gli sbocchi professionali siano molto limitati proprio per la l’elevata concorrenza. 

Tuttavia, questa percezione è stata del tutto smentita dai numeri. Le stime, infatti, ci informano del fatto che nel periodo tra il 2022 e il 2026, l’Italia avrà bisogno di circa 42 mila giuristi. Con i dati aggiornati ad oggi, però, le università, nello stesso periodo, riusciranno a formare meno di 29 mila giovani del campo. 

Inoltre, c’è da sottolineare che, nonostante le professioni giuridiche siano tra le più richieste nel mondo del lavoro, si stanno sviluppando anche nuove opportunità lavorative che nascono dallo sviluppo di nuovi trend. 

Scopriamo insieme come laurearsi in giurisprudenza e quali sono i nuovi sbocchi lavorativi per i giuristi. 

 

Il corso in generale

Il corso di giurisprudenza è un corso di Laurea Magistrale a Ciclo Unico della durata di 5 anni

Esso non rientra nella legge nazionale del numero programmato, perciò si può accedere al percorso senza test di ingresso, a meno che non sia previsto dall’università che si ha intenzione di frequentare. 

In generale, le materie previste da tutte le università nel piano didattico dei cinque anni sono:

  • diritto privato;
  • diritto costituzionale;
  • diritto romano;
  • filosofia del diritto;
  • diritto commerciale; 
  • diritto civile;
  • diritto penale; 
  • diritto processuale civile; 
  • procedura penale;
  • diritto amministrativo;

 

Gli sbocchi professionali

Come abbiamo già accennato, oltre agli scenari professionali più tradizionali, sono nate e si stanno sviluppando nuove professioni all’intero dell’ambito giuridico. 

Diamo insieme un piccolo sguardo a tutte le possibilità. 

L’avvocato

Per diventare avvocato, dopo aver rinunciato alla tua vita sociale per gli ultimi 5 anni a forza di studiare, dovresti iniziare la pratica forense nello studio di un avvocato che sia iscritto almeno da 5 anni all’albo degli avvocati. 

La pratica deve avere una durata di 16 mesi e il neolaureato deve partecipare (e poter provare di aver partecipato) ad almeno 20 udienze per ogni semestre. 

Un’alternativa, sarebbe quella di iscriversi in una scuola di specializzazione. Questo permetterà allo studente di praticare il tirocinio solo per sei mesi. 

Una volta terminata la pratica, l’aspirante avvocato dovrà superare l’esame di Stato per ricevere l’abilitazione all’esercizio della professione forense. Dal 2023 dovrebbe entrare in vigore di nuove modalità di svolgimento delle prove. 

Superato l’esame di Stato, si può procedere con l’iscrizione all’albo degli avvocati presso l’Ordine di appartenenza. 

Il magistrato

Il percorso per diventare magistrato è ancora più lungo e difficile, ma possiamo dire che lo sforzo vale le possibilità di carriera e i guadagni che ne deriveranno. 

Per diventare magistrato bisogna avere determinati requisiti e passare, inoltre, un concorso pubblico.

Innanzitutto, bisogna aver conseguito una laurea magistrale in giurisprudenza. Dopodiché, il candidato dovrà entrare in possesso di un diploma presso una scuola di specializzazione per le professioni legali. Inoltre, bisogna aver conseguito un dottorato di ricerca e un diploma di specializzazione in una disciplina giuridica. Infine, sarà necessario aver svolto uno stage presso gli uffici giudiziari o un tirocinio professionale presso l’Avvocatura dello Stato per un periodo non inferiore a 18 mesi. 

Per ultimo, ma non meno importante, servirà superare il concorso pubblico che non può essere riprovato per più di 3 volte. 

Tale concorso viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e si deve presentare un’apposita domanda per accedervi. 

Una volta superato il concorso in magistratura, l’uditore giudiziario dovrà svolgere un ulteriore tirocinio di 18 mesi frequentando corsi teorico-pratici presso la Scuola superiore della magistratura e sessioni presso uffici giudiziari. Alla fine del percorso, il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) valuterà l’idoneità del candidato. In caso di giudizio positivo, verranno conferite al magistrato le funzioni giurisdizionali e gli verrà assegnata anche una sede di servizio. 

Il notaio

Per diventare notaio, dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, si deve presentare una domanda di inizio della pratica notarile al Consiglio del Distretto dove si intende svolgere tale pratica. Successivamente all’accettazione della domanda, si potrà procedere con lo svolgimento della pratica che avrà una durata di 18 mesi. 

Concluso questo percorso, l’aspirante notaio dovrà partecipare al concorso notarile che non può essere ripetuto per più di 3 volte. 

Superato il concorso, ci si può considerare notaio a tutti gli effetti. Verrà, quindi, assegnata a quest’ultimo la sede nella quale è tenuto a entro 3 mesi. 

Altri sbocchi professionali

Le altre professioni a cui possono aspirare i laureati in giurisprudenza sono:

  • giurista d’impresa: colui che è dipendente o consulente presso imprese di tutti i settori dell’economia, istituti bancari o assicurativi e studi professionali; 
  • funzionario o dipendente di enti pubblici: si occupa del coordinamento e della gestione degli enti pubblici e può esercitare la sua professione in ambito nazionale, europeo o internazionale. 

I nuovi sbocchi professionali

Negli ultimi anni, la laurea in giurisprudenza ha potuto aprire le strade a nuove carriere che vanno oltre il percorso forense. Tuttavia, in pochi sono specializzati nei settori più all’avanguardia. 

In questo contesto, possiamo parlare, ad esempio, delle professioni legate alla privacy sul web e alla gestione dei dati professionali. Queste sono due tematiche che, con l’arrivo del Gdpr, sono diventate cruciali per ogni imprenditore che decide di espandere la sua attività sul web (una pratica che, ad oggi, fanno tutti). La difficoltà nel gestire tutte le regole stabilite da tale ordinamento costringe sempre di più gli imprenditore a dover assumere dei giuristi al passo con i tempi che facciano da consulenti e gestiscano determinate pratiche. 

Ma non solo. Già da adesso, ma soprattutto nel prossimo futuro, saranno richieste sempre di più delle figure di consulenti e avvocati che dovranno operare nel mondo dell’internet of things, della blockchain e dei non-fungible tokens

Un’altra professione che, pur non essendo nuova, negli ultimi anni sta riprendendo piede in modo determinante, è il giurista ambientale

Il focus che si sta ponendo sul mondo della sostenibilità dai regolatori di tutto il mondo fa emergere la necessità di avere sempre più esperti giuridici connessi con la la transizione ecologica

I giuristi ambientali sono richiesti in particolar modo nella aziende per guidare le politiche di sostenibilità o per assicurare il rispetto delle norme e dei regolamenti internazionali nel campo della sostenibilità. 

 

Insomma, le strade che gli studi di giurisprudenza possono intraprendere sono sempre state diverse e tutte molto redditizie. Come si può capire dalla lettura dell’articolo, i giuristi non sono mai abbastanza e, ultimamente, si ha bisogno anche e soprattutto di quelli che opereranno nel mondo del web e della sostenibilità. 

Le strade, ancora una volta, sono numerose. C’è da dire che nessuna di esse è più semplice dell’altra, ma sicuramente tutte portano a un grande guadagno e, soprattutto, a una grande soddisfazione personale. 

Perciò, non abbiate paura: mettevi sotto, studiate sodo e credete in voi stessi. I vostri sforzi verranno presto ripagati!

 

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