La vigilanza migliore durante i
test d’ingresso all’università? Sono gli studenti, a dirlo è l’
Udu (unione degli universitari) che pubblica un
opuscolo per un “
test sicuro” al centro di una campagna di informazione, lanciata da poco, e dedicata al corretto svolgimento dei test d’ammissione. Dopo gli scandali per le
irregolarità nei test del 2007 la confederazione delle associazioni studentesche italiane invita le aspiranti matricole a “prendere precauzioni” come fa la pubblicità sociale del sistema sanitario riferendosi a malattie e infezioni. In questi giorni l’Udu distribuirà il suo “opuscolo di prevenzione” davanti alle aule.
Al centro dell’
opuscolo pubblicato dall’Udu: come difendersi da eventuali
irregolarità e procedure sospette nei test d’ammissione (domande senza alcuna risposta esatta, domande con più di una risposta esatta, violazioni del regolamento in aula, ecc.) e come
fare ricorso nel caso in cui si abbiano dei dubbi sull’esito della
valutazione. Esistono infatti delle procedure per ricorrere al Tar del Lazio entro
60 giorni dalla pubblicazione delle
graduatorie e tentare l’accesso per “soprannumero”.
L’Udu dà poi agli studenti tutte le informazioni necessarie per il
corretto svolgimento delle prove (dai plichi, alle aule utilizzate, al tipo di inchiostro, alla compilazione dei moduli, ai vari divieti) in modo da metterli al corrente su quali sono le modalità richieste per lo svolgimento del test. Se anche solo una di queste non venisse rispettata senza che ogni studente sia a conoscenza di quello che per regolamento “deve accadere in aula” durante la prova, infatti, potrebbero avvenire ingiustizie sotto gli occhi di tutti. Ognuno invece ha il diritto di chiedere la
verbalizzazione delle irregolarità che avvengono, ricorda l’Udu. Anche perché “ogni imbroglio non verbalizzato è come se non fosse mai avvenuto”.