Ciò che si temeva si è puntualmente verificato: con l’adozione del cosiddetto “nuovo ISEE” calerà drasticamente il numero di borsisti. La conferma arriva dalle prime graduatorie per l’assegnazione delle borse di studio pubblicate dagli atenei. Sebbene si tratti ancora di elenchi provvisori, quello che emerge in maniera inequivocabile è una riduzione media del 20 per cento della platea dei potenziali beneficiari, ossia gli studenti che risultano idonei all’ottenimento della borsa di studio.
Facendo un po’ di conti si scopre che con il nuovo ISEE gli idonei a Milano sono il 20,98 per cento in meno rispetto al 2014, mentre a Torino il tasso è del -21 per cento, -22 per cento in Abruzzo e -27 per cento in Calabria e nelle Marche. In Puglia va ancora peggio e gli studenti papabili per le borse di studio risultano il 30 per cento in meno. Anche a Roma si registra un segno meno: rispetto all’anno scorso gli idonei sono 1.459 in meno.
Secondo i calcoli effettuati dall’Unione degli universitari (UDU), alla fine in totale saranno almeno 30mila gli studenti che in passato hanno ricevuto i contributi a sostegno del diritto allo studio e quest’anno rimarranno a bocca asciutta, pur non avendo cambiato fascia di reddito. E non saranno pochi coloro che si troveranno davanti alla scelta di proseguire o meno gli studi pur in assenza di quei soldi che spesso sono fondamentali per riuscire a far fronte alle spese che l’università comporta.
Per chiedere un passo indietro sul nuovo ISEE o per lo meno un intervento che ne limiti gli effetti negativi, le associazioni studentesche hanno sollecitato modifiche alla Legge di Stabilità che comportino un investimento di almeno 200 milioni da destinare al finanziamento dei contributi per il diritto allo studio.
In attesa che il governo e il Parlamento battano un colpo, gli studenti non stanno con le mani in mano e stanno dando vita a una serie di mobilitazioni che proseguiranno fino al prossimo 17 novembre, data in cui come ogni anno si celebrerà la Giornata internazionale dello studente.