Quella di sostenere con donazioni private poeti, artisti e intellettuali è una tradizione cui ha prestato il nome Gaio Cilnio Mecenate un paio di millenni fa, ma questa pratica risulta tuttora ben viva come ci mostrano due recenti episodi di moderna munificenza. A trarne beneficio oggi giorno non sono più singole teste cinte d’alloro, ma colossi accademici con il Massachusetts Institute of Technology.
Il filantropo in questo caso è Amar Bose, che ha deciso di donare al prestigioso ateneo statunitense, in vetta alle classifiche tra le facoltà scientifiche, la maggioranza delle azioni dell’azienda da lui fondata, la Bose Corporation, specializzata in elettronica di consumo. Pur non avendo diritto di voto, l’università potrà mettere a frutto le sue quote in azienda utilizzandole in ambiti come la ricerca e l’insegnamento.
Un dono con il quale l’ottuagenario imprenditore, nato nel 1929 a Philadelphia da padre bengalese e madre americana, ha forse voluto ripagare quello che il suo amato ateneo gli ha dato nel corso di una lunga carriera: qui infatti Bose si è laureato e ha conseguito master e dottorato fino ad approdare a una cattedra accademica mantenuta dal 1956 al 2001. La gratitudine personale verso l’istituzione del Mit è dunque alla base di tanta generosità: pur non potendo intervenire nella determinazione delle strategie aziendali il Mit potrà incassare ogni anno i dividendi da reinvestire in ricerca e didattica.
Completamente diverso, ma ugualmente munifico, il caso dell’Università di Sydney nelle cui casse potrebbero entrare qualcosa come 13 milioni di euro grazie ad un Picasso donato all’ateneo. In questo caso il mecenate preferisce rimanere nell’ombra: di lui si sa soltanto che è americano e che rimarrà anonimo, a patto che il preziosissimo quadro sia messo in vendita e che il ricavato venga interamente investito in progetti di ricerca contro l’obesità. “Jeune fille endormie” è il titolo dell’opera del 1935 che ritrae l’amante e musa di Picasso, Marie-Therese Walter, e sarà battuta all’asta da Christie’s, a Londra, il 21 giugno. Le stime di vendita oscillano tra 9 e 12 milioni di sterline.