Grandi cambiamenti in vista a partire dalla maturità 2018. Gli studenti che affronteranno l’esame di Stato dal prossimo anno scolastico faranno i conti con gli effetti della riforma arcinota e duramente contestata che il governo Renzi chiamò Buona Scuola. Tra le novità più importanti ci saranno la soppressione della terza prova, quella relativa a tutte le materie, e la trasformazione della tesina in una relazione inerente all’esperienza di alternanza scuola-lavoro. E per conquistare l’ammissione agli esami basterà raggiungere la media del 6.
A tutta prima, la maturità 2018 potrebbe addirittura sembrare meno difficile da superare. Eppure, andando a leggere come saranno strutturate le prime due prove, l’entusiasmo degli studenti potrebbe scemare. Il primo scritto, infatti, sarà diverso da come lo conosciamo. Il saggio breve e l’analisi del testo potrebbero andare in pensione. In sostituzione il MIUR pensa di puntare su un testo argomentativo che potrà riguardare argomenti di ambito letterario, scientifico, storico, sociale, artistico, economico, tecnologico e anche filosofico. L’inserimento di quest’ultima disciplina sarebbe una novità assoluta.
Inoltre, sembra che ci si voglia orientare verso un tipo di prova in più parti, che possa valutare contemporaneamente le capacità logico-argomentative, quelle linguistiche, quelle espressive e quelle critiche dello studente. A partire dalla maturità 2018 cambierà anche la seconda prova, che potrà essere anche multidisciplinare.
Per quanto riguarda il colloquio orale, la tesina diventerà una relazione relativa al tirocinio obbligatorio che gli studenti dovranno svolgere nel corso dell’ultimo anno. Non si dovrebbe più partire, dunque, con un argomento a piacere. Tra l’altro l’obiettivo è superare l’impianto nozionistico e sembra che la prova orale dovrebbe iniziare con l’analisi di testo o di un progetto, al fine di poter valutare la capacità di ragionamento del candidato.
Se la terza prova sparirà, ci sarà un altro test a prenderne il posto. Nel corso dell’ultimo anno gli studenti dovranno sostenere una prova Invalsi di italiano, inglese e matematica. Il risultato non inciderà sul voto di diploma, ma peserà sull’ammissione alla maturità. A proposito di ammissione c’è poi un’altra novità: non occorrerà più avere la sufficienza in tutte le materie, basterà la media del 6.
A partire dalla maturità 2018 cambieranno anche i punteggi. Il voto di diploma sarà sempre espresso in centesimi, ma in ciascuna delle prove – le due scritte e l’orale – la valutazione massima sarà 20. Per premiare maggiormente la carriera scolastica, aumenterà il credito, che potrà arrivare fino a 40 punti (attualmente sono 25).
La certezza che la maturità 2018 avrà le caratteristiche fin qui anticipate, però, non c’è. Il Parlamento dovrà vagliare il testo e alcune cose potrebbero ancora cambiare.