Era appena stato dato l’annuncio dell’assegnazione del Nobel per la Medicina 2011 ed è giunta la notizia che uno dei tre vincitori, lo scienziato canadese Ralph Steinman (nella foto), è morto pochi giorni fa, il 30 settembre, a seguito di un cancro al pancreas contro cui combatteva da anni. Il ricercatore della Rockefeller University non ha fatto in tempo a ricevere la notizia che ogni scenziato sogna di ricevere, quella del più alto e ambito dei riconoscimenti, assegnatogli assieme a due colleghi di altri Paesi: lo statunitense Bruce Beutler e il lussemburghese Jules Hoffmann.
I tre, con i rispettivi studi, hanno rivoltato di sana pianta le convinzioni che finora si avevano rispetto al sistema immunitario. L’annuncio del Karolinska Institutet di Stoccolma, la prestigiosa università medica svedese nel cui ambito opera il comitato che assegna i Nobel per la medicina, spiega che il lavoro dei tre ha consentito di comprendere quali sono i meccanismi per cui il sistema immunitario si attiva a difesa dell’organismo.
Beutler e Hoffmann hanno ricevuto il premio “per le loro scoperte riguardanti l’attivazione dell’immunità innata“, mentre Ralph Steinman è stato premiato “per la sua scoperta della cellula dendritica (una sorta di sentinella del sistema immunitario, ndr) e il suo ruolo nel sistema immunitario adattativo”.
Dopo il discusso riconoscimento dello scorso anno a Robert Edwards, padre della “fecondazione artificiale”, stavolta la giuria si è concentrata su un lavoro che potrebbe presto condurre alla messa a punto di vaccini terapeutici contro il cancro. In particolare poi, gli studi oggetto del Nobel per la medicina 2011 hanno “acceso i riflettori” sulle reazioni del sistema immunitario in caso di infiammazioni patologiche come l’artirite reumatoide.
La consegna del premio i è prevista per il 10 dicembre a Stoccolma, dove gli scienziati potranno intascare i 10 milioni di corone svedesi (quasi 1.100.000 euro) previsti come riconoscimento per la loro opera meritoria. Per la precisione, metà della somma era destinata a Steinmann e l’altra metà a Beutler e Hoffmann.