Le canzoni di Bob Marley sono un valido aiuto per imparare l’inglese. Questo il risultato di una ricerca di Kaplan International Colleges, che tra l’altro mette in risalto ancora una volta come la musica della leggenda giamaicana sia popolare in ogni parte del mondo.
Kaplan International Colleges, leader nell’organizzazione di corsi e vacanze studio all’estero per l’apprendimento dell’inglese, ha intervistato centinaia di suoi studenti ed ex-studenti chiedendo loro quali attività ricreative li abbiano aiutati a migliorare le proprie competenze linguistiche. Tra le alternative proposte c’erano guardare la televisione o i film in lingua originale, ascoltare musica e giocare ai videogiochi.
Ben l’ 80 per cento degli intervistati ha risposto di aver tratto beneficio nell’imparare la lingua dall’ascolto di musica in inglese, e tra questi il 14 per cento ha indicato le canzoni di Bob Marley come quelle più utili per ampliare il proprio lessico e accrescere la propria comprensione della lingua straniera. Grazie a pezzi come “No woman, no cry”, “One love”, “Jammin'”, “Stir it up”, “Redemption song” e molti altri, il re del reggae è riuscito a superare le percentuali ottenute da altre icone quali Michael Jackson (che ha raccolto l’11 per cento dei voti) e Madonna (che si è fermata all’8 per cento).
A sorpresa, la ricerca che ha incoronato Bob Marley ha “bocciato” altri giganti della musica come i Beatles e i Rolling Stones. Lontani dalla vetta della classifica sono finiti anche Justin Bieber e Lady Gaga, che hanno ricevuto circa la metà delle preferenze rispetto al musicista giamaicano, nonostante i milioni di fan adoranti che li seguono sui social network.
Alla notizia che la musica di Bob Marley è stata giudicata anche un ottimo aiuto per imparare l’inglese, la figlia Cedella si è detta lusingata nello scoprire che canzoni divenute ormai leggendarie, che hanno toccato e commosso tante persone, possano anche aiutare gli studenti ad accrescere la propria padronanza della lingua.
Clicca qui e valuta il livello del tuo inglese su Universita.it