Se per un dispositivo elettronico essere multitasking è sempre una qualità positiva, lo stesso potrebbe non essere vero quando a fare molte cose contemporaneamente è un essere umano. Secondo uno studio coordinato da Mark Becker, psicologo cognitivo della Michigan State University, navigare col proprio tablet o usare lo smartphone mentre si sta guardando la televisione, infatti, potrebbe rivelare stress, ansia o depressione.
La ricerca, pubblicata sulla rivista Cyberpsychology, rileva che questo tipo di multitasking è in costante crescita e rappresenterebbe un fattore di rischio per la salute mentale dei soggetti che lo praticano, benché non sia ancora chiaro se usare altri device elettronici mentre si è davanti alla televisione sia la causa o l’effetto di questi disturbi. Il team di psicologi ha studiato anche l’impatto che questo modo di fare ha sulle relazioni interpersonali, in quanto passare troppo tempo davanti a uno schermo implica necessariamente spenderne meno nelle attività sociali.
Per giungere alle loro conclusioni, i ricercatori hanno preso in esame 319 studenti e hanno scoperto che chi ha fatto maggior uso di più dispositivi multimediali simultaneamente ha il doppio delle possibilità di riportare sintomi quali ansia e depressione rispetto a chi ne ha fatto un uso minore. Non si sa ancora quali siano i dispositivi che usati contemporaneamente danno maggiori problemi, né se il multitasking sia in realtà una forma di distrazione per i soggetti che già soffrono di questi disturbi, due aspetti che Backer ha intenzione di prendere in esame quanto prima.
In attesa di nuovi approfondimenti sul fenomeno, lo studio degli psicologi americani porta comunque a considerare l’uso contemporaneo di diversi device, in particolare tra le fasce più giovani d’età, come un segnale che potrebbe indicare l’insorgere di ansia e depressione. A preoccupare è anche il rapporto elaborato da Nielsen, secondo cui il 36 per cento della popolazione tra i 35 e i 54 anni usa il tablet guardando la televisione, un dato che aumenta al 44 per cento tra i 55 e i 64 anni. Insomma, i soggetti che potrebbero celare sintomi depressivi dietro questa forma di multitasking sono molti di più di quanto si possa pensare e le ulteriori ricerche di Becker e del suo gruppo potrebbero aiutare a comprendere nel profondo le cause e gli effetti di questo fenomeno di massa.
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