Dopo la cattura e l’omicidio del rais a Sirte i cittadini libici che studiano alla Texas Tech university iniziano a parlare degli orrori della vita sotto il regime di Muammar Gheddafi.
Quando NewsChannel KCBD 11 ha intervistato gli studenti in marzo, non ha potuto mostrare i loro volti perché temevano per la vita dei familiari che ancora risiedono in Libia. Ora, dopo la notizia della caduta del regime e dell’eliminazione del dittatore, escono allo scoperto rivelando la loro identità e sentendosi per la prima volta al sicuro. “Ho voglia di piangere, ridere, piangere. È tutto mescolato insieme”, ha detto Walid Ablil. Walid, mentre la sua collega Zakhiria Belasher racconta che non ha dormito molto: “Siamo stati svegli tutta la notte, a guardare le notizie”, ha raccontato. Infine, giovedì mattina presto, i due hanno sentito quello che aspettavano da tutta la vita: Muammar Gheddafi era morto.
“Finalmente abbiamo ottenuto la nostra libertà“, ha detto Walid. Per la prima volta, Walid e Belasher dicono di sentirsi liberi di parlare. “Posso dire il mio nome, il mio nome di famiglia, posso dire quello che voglio”, ha detto Belasher. Walid spiega che suo padre è stato arrestato dagli uomini della Gheddafi appena due mesi fa perché pensavano che lui fosse contro il regime. Suo padre è riuscito a fuggire, ma altri non erano stati così fortunati.
I due studenti sanno che sarà un processo lungo, ma sperano che il Paese sia pronto per i cambiamenti a venire. Ora che Gheddafi è morto, i due stanno pianificando il loro ritorno in Libia. Sono passati quattro anni per Walid, e uno per Zakhiria: “Vado a prenotare i biglietti. Voglio celebrare questo momento. Non voglio perderlo perché viene solo una volta nella vita”, ha detto Zakhiria. Torneranno in Libia dopo anni tra meno di un mese.