Troppi corsi di laurea, troppi insegnamenti, troppe sedi distaccate negli atenei italiani. È quella che il rapporto annuale sull’università ha definito una “
proliferazione eccessiva“, ed è anche una delle cause principali dello spreco delle risorse per il
ministro Gelmini, che da tempo parla di tagliare i “corsi inutili”.
Tuttavia, per un intervento complessivo di
razionalizzazione dell’offerta formativa ci sarà bisogno di aspettare l’anno prossimo. A renderlo noto, una
lettera del Ministero per l’Università e la Ricerca inviata ai
rettori degli atenei italiani proprio due giorni fa.
A pochi giorni dal 31 gennaio, termine entro cui le università devono presentare il piano dell’offerta formativa per l’anno accademico 2010/2011, insomma, il
ministro Gelmini ha inviato l’atteso documento con le indicazioni operative.
Nel documento si legge che è in corso di adozione un
decreto ministeriale che introdurrà nuovi requisiti necessari alla attivazione dei corsi di studio. Questo provvedimento, spiega il Miur, “comporterebbe per diversi atenei una
riprogettazione complessiva della propria offerta formativa”. Una mole di lavoro troppo grande rispetto ai tempi ristretti a disposizione, che è quindi
rimandata di un anno.
E fino all’anno prossimo, resta tutto com’era? In realtà il Ministero invita lo stesso gli atenei a limitare i costi e a
non strafare con la creazione di nuovi corsi di studio. Anche perché, precisa, continuare a moltiplicare corsi e insegnamenti sapendo che saranno chiusi l’anno prossimo è solo uno spreco. Inoltre, spiega sempre la
lettera del Miur ai rettori, non appena il nuovo decreto ministeriale vedrà luce, gli atenei potranno essere valutati a seconda della loro conformità a quanto il decreto stabilisce. E questo, potrebbe avvenire anche nell’anno accademico corrente.