Allarme dell'UDU: "Il MIUR ha varato una norma blocca-ricorsi"
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Denuncia dell’UDU: “Il MIUR ha varato una norma blocca-ricorsi”

da | Set 2014 | News | 0 commenti

“Il MIUR emana il ‘blocca-ricorsi UDU’“. È un’accusa molto forte quella che l’Unione degli universitari lancia nei confronti del Ministero dell’istruzione, dell’Università e della Ricerca attraverso un comunicato. Secondo l’associazione studentesca nel primo pomeriggio del 23 settembre 2014 da parte degli Uffici amministrativi del MIUR sarebbe stata diffusa una nota a tutti gli atenei italiani, in cui si stabilisce che gli oltre 2.500 ragazzi che si sono iscritti ai corsi di laurea a numero chiuso a seguito delle sentenze del TAR del Lazio debbano essere ripartiti tra le varie sedi universitarie italiane.

Il coordinatore nazionale dell’UDU, Gianluca Scuccimarra, usa parole durissime nei confronti della presunta norma blocca-ricorsi: “Si tratta di un provvedimento altamente lesivo dei diritti degli studenti: è gravissimo che ancora una volta anziché affrontare e risolvere il grave problema dell’accesso si faccia uso di ‘scorciatoie’ altrettanto dannose per migliaia di studentesse e studenti che si trovano impossibilitati a costruire il proprio futuro”.

L’associazione degli universitari, infatti, sottolinea come per molti ragazzi sarebbe economicamente insostenibile un allontanamento da casa e per bocca dell’Avv. Michele Bonetti, che insieme al collega Santi Delia ha patrocinato i ricorsi, annuncia che la nota ministeriale sarà impugnata davanti al TAR del Lazio “per evitare che gli studenti, dopo aver pagato le tasse e iniziato le lezioni, possano essere spostati magari da Bari a Sassari”. Subito dopo la sentenza del tribunale amministrativo che aveva dato il via libera alle ammissioni con riserva, infatti, in molti si erano già iscritti e adesso potrebbero essere scoraggiati dal proseguire gli studi.

La norma blocca-ricorsi non ferma l’UDU, che promette ancora battaglia fino a quando non arriverà lo stop al provvedimento, “che riguarda e riguarderà migliaia e migliaia di studenti e di famiglie, incidendo sui più bisognosi e meno facoltosi – conclude Succimarra – e impedendo loro, di fatto, di raggiungere i più alti gradi dell’istruzione”.

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