Nelle aule delle
università americane ci è entrato in punta di piedi all’inizio degli anni ottanta, e in poco tempo è diventato uno degli accessori sempre a portata di mano degli studenti. Il
pc portatile – o
laptop – insomma, negli Stati Uniti ha presto sostituito il vecchio blocco per gli appunti durante le lezioni.
Ma adesso alcuni docenti vorrebbero fare un passo indietro. Il pc sul banco è causa di troppe distrazioni, spiegano. E iniziano a prendere
misure anti-laptop.
Il problema, si sa, non è tanto il computer in sé, ma la possibilità di
navigare in rete durante le lezioni. “Come mettere sul banco di ogni studente cinque riviste, diversi programmi televisivi, la possibilità di fare shopping e telefonare al tempo stesso” racconta al Washington Post David Cole, professore della Georgetown University che ha aderito al divieto. Per questo motivo si stanno aggiungendo alla lista sempre più università che
vietano di accendere il pc durante le lezioni, identificandolo come un elemento di
distrazione.
Ancora una volta, insomma, torna a fare capolino la questione dell’
antagonismo tra professore e pc, uomo e macchina. E non è raro che questo conflitto – alimentato dalla paura dei docenti di essere sostituiti dal computer – diventi addirittura un
corpo a corpo tra titani.
Di qualche settimana fa è la notizia del
professore dell’Università dell’
Oklahoma, che esasperato dalla disattenzione degli studenti durante le sue lezioni di fisica, ha letteralmente
distrutto il pc di un allievo, prima immergendolo in una sostanza chimica e poi sbattendolo violentemente sul pavimento.
Ma la tecnologia, ancora una volta, l’ha fatta da padrona. La scena è stata infatti ripresa da uno studente con il telefonino, e il
video ha ricevuto migliaia di click su
YouTube. A quanto pare, insomma, sconfiggere il “nemico” non è così facile come potrebbe sembrare.
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