Francesco Profumo, ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ha incontrato venerdì scorso i rappresentanti del Consiglio nazionale degli studenti universitari. Con il Consiglio, che rappresenta 200.000 studenti italiani, nella sede dell’Eur del ministero Profumo ha affrontato le questioni che riguardano la riforma universitaria, il diritto allo studio, la didattica e la valutazione. Il ministro ha confermato che porterà a compimento la riforma avviata dal precedente governo: si impegnerà dunque nell’attuazione della legge Gelmini attraverso l’approvazione dei decreti attuativi, di cui sono operativi solamente 10 provvedimenti sui 47 totali.
Francesco Profumo ha comunque sottolineato altri due aspetti cruciali che evidentemente caratterizzeranno la sua azione di governo. Ha detto esplicitamente che i fondi scarseggiano, sarà dunque molto probabile un aumento delle tasse universitarie, come già promesso all’Unione Europea dal governo Berlusconi. Il ministro dell’Istruzione ha però espresso la volontà di confrontarsi con continuità con gli studenti, coinvolgendoli a partire proprio dalla spinosa questione delle tasse. “Voglio che partecipino alle scelte sul diritto allo studio e voglio garantire la loro presenza negli organi di decisione degli atenei” ha aggiunto Profumo.
I vertici del Cnsu si dicono soddisfatti della volontà di collaborazione del dicastero, ma i rappresentanti di Udu e Run nel consiglio, esponenti della sinistra moderata, hanno richiesto un deciso intervento per scongiurare il fenomeno in virtù del quale numerosi studenti che hanno diritto alla borsa di studio non possono riceverla per mancanza di fondi. La richiesta, dunque, è che tutte le borse destinate agli universitari vengano garantite. Da parte di questa componente del Cnsu si richiede poi un segnale di discontinuità rispetto all’amministrazione precedente anche per la prossima nomina dei sottosegretari: la richiesta è che non siano personalità coinvolte nella realizzazione della riforma Gelmini.
Profumo si è comunque reso disponibile a coinvolgere il Consiglio degli universitari in un futuro osservatorio sul funzionamento della riforma universitaria. Il capo del dicastero del Miur si è anche confrontato con i dottorandi, evidenziando la necessità di rivitalizzare il dottorato di ricerca, al fine di renderlo più moderno ed internazionale.