Rivoluzione in vista per l’accesso alle scuole di specializzazione mediche: il ministro Maria Chiara Carrozza e il capo dipartimento per l’Università e la Ricerca del MIUR sono al lavoro affinché già dal 2014 si passi al concorso nazionale. Il ministro dell’Istruzione l’ha annunciato nel corso di un videoforum su Repubblica.tv, tornando anche sulla polemica suscitata dal recente scandalo alla Sapienza e commentando che “serve trasparenza”.
Quello del concorso nazionale per le scuole di specializzazione mediche è un argomento assai caro al ministro Carrozza, che conferma: “stiamo lavorando per il 2014. Era una cosa che avevo chiesto già da deputato e su cui scommetto tutto”. Insomma, governo e ministero sarebbero all’opera per mantenere le promesse annunciate dal decreto Scuola e università del Consiglio dei ministri dello scorso Settembre. Che, oltre alla graduatoria nazionale per l’ammissione alle specializzazioni di area medica, ha previsto una cadenza triennale e non più annuale per determinare l’importo del contratto degli specializzandi.
L’introduzione della graduatoria nazionale è uno dei metodi per moralizzare i concorsi pubblici in Italia. Un tema piuttosto caldo, anche alla luce dei recenti fatti della Sapienza, sui quali è intervenuta la procura. Il concorso di ammissione alla scuola di specializzazione in Cardiologia dell’ateneo romano non è stato sospeso, in quanto, ha spiegato il ministro Carrozza, “per l’autonomia locale, è l’università che deve gestirlo. Ed è il magistrato che se ne deve occupare. Da ministro, ho chiesto all’Università La Sapienza di effettuare un’ispezione. L’ateneo deve rispondere in modo trasparente a tutti su come vengono fatti i concorsi”.
Governo e ministero hanno però altri strumenti a disposizione per favorire la trasparenza. “Vogliamo premiare le politiche di reclutamento, e specificatamente anche quest’anno nella quota premiale del finanziamento alle università c’è una quota-parte che le rispecchia: andiamo a vedere chi è stato reclutato e se chi è stato reclutato ha buone performance in ambito della ricerca”, ha spiegato. “Bisogna rendere i concorsi più trasparenti” e “mettere online i curricula dei vincitori. Anche per garantire che, da governo e ministero, non continuiamo a fare regolamenti che ogni volta vengono aggirati: bisogna entrare in una logica di etica pubblica“.