I docenti universitari devono fare ricerca, altrimenti rischiano di trasmettere un sapere superato. Questo il pensiero del ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, che in un’intervista pubblicata oggi su Il Mattino sottolinea l’importanza di condurre un’intensa e produttiva attività scientifica insieme a quella didattica.
A pochi giorni dalla pubblicazione delle ‘pagelle’ dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), che non hanno mancato di suscitare polemiche, il ministro ricorda a quanti hanno criticato l’analisi dell’agenzia che in ambito universitario la ricerca non può essere subordinata alla didattica, poiché si rischierebbe una sclerotizzazione del sapere, a danno della qualità dell’insegnamento e quindi degli studenti.
“I professori universitari sono dei privilegiati, che non possono non innovare o fornire spunti scientifici nuovi. Altrimenti si rischia di trasmettere un sapere superato”, ha detto senza peli sulla lingua al giornalista che l’ha intervistata. Il ministro Carrozza si è scagliata soprattutto contro quei docenti universitari che, dedicandosi esclusivamente alla didattica, lasciano da parte la ricerca e hanno una produttività scientifica prossima allo zero: “È inaccettabile un accademico che non produce nulla. Come si possono valutare gli studenti, le loro motivazioni, stando fermi su un sapere statico e non aggiornato a nuove scoperte o a produzioni scientifiche innovative?”.
Didattica e ricerca, invece, devono andare di pari passo nell’attività dei docenti universitari e anche gli atenei si debbono attrezzare per reclutare figure che abbiano un alto interesse per l’attività scientifica e congrui stimoli professionali, perché, ha ricordato ancora una volta il ministro Carrozza, “senza un’adeguata e nuova produzione scientifica, la didattica muore”.
La soluzione per superare la dialettica tra didattica e ricerca e avere docenti universitari che dedichino pari energie e tempo a entrambe le attività è, secondo il ministro Carrozza, quella di svecchiare il corpo docente degli atenei. Tuttavia, ha proseguito il ministro, per riuscirci è necessario sbloccare il turn over e rimuovere in parte i pesanti vincoli burocratici che riguardano l’impiego dei fondi di ricerca. Bisogna, insomma, fare in modo che gli atenei recuperino “la capacità di attrarre giovani validi e prepararti, con giusti stimoli, retribuzioni adeguate, riconoscimenti”.