A Milano nasce una nuova università interamente dedicata alle scienze mediche, il cui obiettivo è “realizzare un modello formativo che sappia misurarsi in modo autorevole e competitivo nel panorama della formazione medica internazionale”. Si tratta della Humanitas University, voluta dall’Istituto Clinico Humanitas (Irccs) di Rozzano e adesso – dopo un lungo iter di autorizzazione avviato nel dicembre 2012 – ufficialmente riconosciuta dal ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (Miur).
Inizialmente, la Humanitas University di Milano offrirà solo due corsi di laurea, uno magistrale a ciclo unico internazionale in Medicina e Chirurgia, interamente in inglese, e una triennale, in italiano, in Infermieristica. Poi, con il passare del tempo, l’ateneo allargherà la propria offerta formativa, offrendo altri corsi di laurea e post laurea, dottorati, scuole di specializzazione e altre opportunità di aggiornamento. A pieno regime – spiega Gianfelice Rocca, presidente di Humanitas – il nuovo ateneo arriverà ad accogliere oltre 800 studenti.
In “una Regione all’avanguardia, che già rappresenta – continua Rocca – un modello di eccellenza nel campo della Sanità e dei servizi”, l’Humanitas University di Milano “permetterà di contribuire ad accrescere l’attrattività del sistema universitario e sanitario italiano, facendo crescere l’intero Paese”. Oltretutto, il nuovo ateneo andrà a rafforzare – reclutando i migliori cervelli e offrendo loro una formazione di altissimi livelli – “l’impegno nella ricerca medica, nell’assistenza e nella didattica che Humanitas svolge da 18 anni”, in linea con ciò che già accade nei centri medici più rinomati del mondo.
Nel raggiungimento di questo suo obiettivo, l’Humanitas University di Milano potrà contare su docenti e professionisti di grande esperienza, una forte dimensione internazionale, costituendo un’opportunità formativa assai differente da quella generalmente offerta dagli atenei tradizionali. I punti di forza di questa nuova università sono rappresentati, infatti, da metodi didattici innovativi, soggiorni all’estero durante gli studi, una faculty internazionale, un forte orientamento verso la ricerca scientifica e la sostenibilità economica e una stretta integrazione con l’attività clinica.
