La ricerca di vita extraterrestre? Si fa sempre più precisa. Uno degli obiettivi principali dell’esplorazione spaziale del XXI secolo potrà ora avvalersi di un nuovo metodo, molto potente, basato sulla rilevazione del metano. Il nuovo sistema, messo a punto da un’equipe di ricercatori dell’University College di Londra e dell’Università del Nuovo Galles del Sud, è illustrato in uno studio ora pubblicato su Proceeding of the National Academy of Sciences (PNAS), la rivista dell’Accademia delle Scienze USA.
Il valore della concentrazione del metano è da tempo considerato dagli scienziati la spia di potenziale vita sui pianeti extraterrestri. E ora il nuovo metodo firmato University College di Londra-Università del Nuovo Galles del Sud, sviluppato da un team di ricercatori sotto il coordinamento di Sergei Yurchenko e Jonathan Tennyson, ne permette la rilevazione anche a temperature altissime, perfino oltre i 1.200 gradi.
Con l’inclusione del metano ad alte temperature, le linee spettroscopiche – quasi una sorta di “istantanee” delle molecole di cui i pianeti sono composti, risultanti dal modo in cui le rispettive atmosfere assorbono la luce – a disposizione degli scienziati per l’analisi arrivano a quasi 10 milioni. Ovvero, l’elenco dei pianeti extraterrestri censiti (anche lontani e lontanissimi) diventa duemila volte più grande di quello precedentemente a disposizione. E sarà in grado di fornire informazioni molto più precise di quanto finora sia stato possibile: un bel balzo in avanti per l’esplorazione dello spazio e la ricerca di vita extraterrestre.
Il risultato è stato possibile grazie anche all’impiego dei computer più tecnologici di tutto il Regno Unito, che l’Università di Cambridge mette a disposizione nell’ambito del progetto Advanced Computing. Ma il nuovo metodo britannico non è solo un miglioramento di quelli preesistenti: rivede, per così dire, “al rialzo” i valori del metano nell’ambito dello studio dei pianeti. Con potenzialità straordinarie. Ne è certo Tennyson, coautore con Yurchenko dello studio: “I valori del metano erano sottostimati. Il nuovo modello avrà un grande impatto sulla ricerca di segni di vita nell’universo”.