Dodici poliziotti nello stato di Guerrero, in Messico, sono stati arrestati dalle autorità locali in seguito all’uccisione di due studenti in corteo e al ferimento di alcuni passanti, tra i quali un operaio di una stazione di benzina. I fatti risalgono al 12 dicembre scorso.
Gli agenti saranno tenuti in detenzione preventiva per permettere agli inquirenti di raccogliere le prove in merito all’assassinio dei due studenti del Raul Isidro Burgos Teachers College di Ayotzinapa, una scuola rurale per insegnanti. La loro colpa? Aver bloccato l’autostrada per chiedere al governo nuove opportunità di lavoro e la ripresa delle lezioni. I docenti dei corsi per aspiranti insegnanti avevano abbandonato le lezioni il mese scorso per chiedere una paga migliore e migliori condizioni di lavoro.
Mentre i due studenti Gabriel Echeverria de Jesus e Jorge Alexis Herrera Pino sono stati uccisi sul posto dai colpi di arma da fuoco sparati dalla polizia, Gonzalo Rivas Camara, che lavorava in una vicina stazione di servizio, è stato gravemente ferito da colpo vagante e attualmente si trova in coma. E se immediatamente dopo i fatti il presidente della Commissione statale per i diritti umani, Juan Alarcon Hernandez, aveva chiesto di aprire un’indagine sull’accaduto, per meglio indagare il giudice ha ordinato la custodia di 12 poliziotti coinvolti, agli arresti dal 18 dicembre.
La scorsa settimana gli agenti hanno negato di aver ricevuto qualsiasi ordine di repressione della protesta studentesca. “Non è un atto di repressione. Si tratta di incidenti che ha visto coinvolti alcuni elementi e scatenato questo evento deplorevole”, ha commentato il procuratore generale dello stato del Guerrero, Lopez Rosas. Sono 24 in totale le persone arrestate per gli scontri, ma solo due sono legate al college mentre “le altre persone venivano da fuori, per questo pensiamo che si sia trattato di una azione orchestrata da personale estraneo all’istituto”.
La polizia aveva ricevuto l’ordine di non sparare, ma poi avrebbero scaricato alcuni colpi in aria per placare l’escalation di violenza. Non tutte le armi erano però puntate al cielo se due studenti sono rimasti a terra e diversi passanti sono stati feriti. E dopo gli arresti dei poliziotti coinvolti, per ora solo a scopo preventivo, alcuni gruppi per i diritti civili chiedono ora la testa del ministro dell’Interno.