I fuoricorso da oggi saranno una presenza assolutamente sgradita per gli atenei, che dovranno in tutti i modi cercare di sbarazzarsene, altrimenti si vedranno diminuire i fondi statali. È una vera e propria crociata quella che il ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Stefania Giannini ha intrapreso contro coloro che rimangono indietro – a volte anche di diversi anni – con gli esami, ricorrendo a un’arma tutt’altro che spuntata.
Secondo quanto è stato inserito nella bozza del decreto sui criteri per la ripartizione del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo), i fuoricorso diventeranno una mera spesa per gli atenei che frequentano. Infatti, il “costo standard per studente” – ovvero la stima relativa a quanto mediamente un’università investe per formare ciascun iscritto – d’ora in avanti terrà conto solo ed esclusivamente di coloro che sono perfettamente in regola con gli esami. Gli atenei, quindi, saranno quai obbligati a liberarsi dei fuoricorso, o metteranno ancor più a rischio le loro già molto provate casse.
Al netto della quota premiale, che quest’anno dovrebbe rappresentare il 18 per cento dell’Ffo e sarà assegnata secondo criteri di merito, l’80 per cento dei fondi saranno ripartiti basandosi sulle cifre ricevute l’anno scorso da ciascun ateneo e il restante 20 per cento alla luce proprio del famoso “costo standard per studente”. Poiché quest’ultima voce non includerà le spese sostenute per la formazione dei fuoricorso, le università che ne hanno molti saranno penalizzate e punteranno a diminuirne il numero.
Il rischio, avverte Alberto Campailla, portavoce di Link, è che “se i fuoricorso si trasformeranno in un peso, allora gli atenei saranno costretti ad abbassare la qualità della didattica oppure ad aumentare le tasse“. Tasse che, peraltro, per coloro che sono indietro con gli esami sono già state aumentate con il governo Monti. Anche i rettori temono che il rimedio escogitato per arginare un fenomeno assai diffuso nel nostro Paese sia peggiore del male. “C’è il rischio che si sia costretti ad abbassare l’asticella della qualità per far quadrare i conti”, ha commentato il rettore dell’Università di Urbino, Flavio Corradini.
scusate, quale sarebbero le spese per la fantomatica formazione dei fuoricorso che neanche frequentano? comunque complimenti per la spendig fatta sulle spalle dei soliti.grazie renzie e cottarelli, perfettamente prevedibile, come ho sempre pensato. che schifo.
comunque le guerre e le crociate non ci stanno portando nulla di buono, mi sembra.