#medicisenzafuturo, #governoascoltaci e #curatevidichivicura: gli aspiranti specializzandi lanciano un grido d’allarme. Con una petizione online e una manifestazione oggi a Roma contro i tagli alle borse di formazione post laurea che mettono a serio rischio il loro futuro professionale. Il ministro Lorenzin, intanto, promette provvedimenti entro Aprile.
Sono 3.500 i contratti di specializzazione e 900 le borse di studio in Medicina generale a disposizione per questo anno accademico. La legge di stabilità ha infatti tagliato i fondi a disposizione, portando una riduzione di mille unità (i contratti disponibili l’anno scorso furono 4.500). E i numeri potrebbero andare ulteriormente riducendosi nei prossimi anni. Una situazione paradossale che consente soltanto a un laureato su tre di accedere alle scuole di specializzazione mediche.
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è al lavoro sull’emergenza e ha promesso di “reperire i finanziamenti per la formazione post laurea di area sanitaria nel prossimo provvedimento di spesa governativo” atteso entro Aprile. Ma questo non ha placato le proteste di studenti e neolaureati, che temono a causa dei tagli alle borse e ai contratti di rimanere tagliati fuori dalle scuole di specializzazione.
Al loro fianco si sono schierati l’Associazione italiana giovani medici Sigm, il Comitato aspiranti specializzanti, il coordinamento liste per il diritto allo studio e altre sigle. E il movimento ha ricevuto il supporto di non pochi medici e personalità di spicco del mondo accademico, compresi i rettori di alcune università italiane, dalla Statale di Milano alla Bicocca, dall’Università di Padova a quella di Genova. Tanto che la petizione online #medicisenzafuturo contro i tagli alle borse per le scuole di specializzazione mediche ha già raccolto 36mila sottoscrizioni.
Al governo si chiedono fondi per la formazione di almeno 6mila laureati in Medicina all’anno, ma anche una programmazione del fabbisogno più oculata. Perché i contratti di formazione specialistica previsti attualmente sono 42mila, troppo pochi a fronte del pensionamento di 58mila medici (dati Anaao Assomed). “La sanità sta cambiando: i numeri delle future matricole e dei futuri specialisti siano decisi in base alle esigenze del sistema. Rivalutando non soltanto il numero, ma le tipologie di specialisti che serviranno” ha spiegato uno dei promotori di #medicisenzafuturo, Davide Pianori.
“Non chiediamo la garanzia dell’occupazione, ma la possibilità che quanti hanno investito tempo e denaro per ben sei anni possano concludere il loro percorso formativo”, gli fanno eco i promotori della manifestazione, Thea Scognamiglio e Diego de Angelis. E la Federazione nazionale dell’ordine dei medici chiede al Miur di ripensare la struttura delle scuole di specializzazione mediche.