Ha avuto vita breve il provvedimento che stralciava le annualità riscattate della laurea e del servizio militare dal computo dell’anzianità ai fini del pensionamento anticipato. Investito da un’ondata di proteste, dai sindacati a Facebook, dopo sole 48 ore il governo ha deciso di cancellare la norma dal testo della manovra, riaprendo in compenso il capitolo dell’aumento dell’Iva e del contributo di solidarietà.
La stretta sulle pensioni, sulla quale pendevano dubbi di incostituzionalità ma anche l’ondata di reazioni indignate e i pareri negativi trasversali nel mondo sindacale, è stata bocciata ufficialmente dopo un incontro tra i ministri Sacconi e Calderoli con i tecnici del ministero dell’Economia. Grande assente lo stesso Tremonti, interpellato solo telefonicamente.
Per chi ha riscattato la laurea e il militare, dunque, le annualità guadagnate continueranno a fare testo ai fini dell’età pensionabile, concorrendo alla somma dei 40 anni di contributi necessari all’uscita anticipata dal mercato del lavoro. Grida vittoria la Cisl: “Il governo – ha commentato il segretario generale Raffaele Bonanni – ha accolto la nostra richiesta di stralciare la norma che avrebbe causato un danno al personale che aveva riscattato la laurea ed il servizio militare”.
L’aria di dietrofront su respirava già questa mattina, quando sul web si paventava la possibilità di una applicazione della norma in futuro, ovvero tra coloro i quali ancora non hanno riscattato gli anni di università o di leva e ma che potrebbero comunque scegliere di farlo per aumentare l’ammontare della propria pensione. Una soluzione di compromesso che tuttavia avrebbe svuotato la sostanza del provvedimento, pensato per far risparmiare alle casse dello Stato un miliardo e mezzo tra il 2013 e 2014, rinviando il ritiro di circa 90.000 lavoratori che presumibilmente hanno già riscattato le annualità di laurea visto l’approssimarsi della pensione.
Per compensare il mancato risparmio, sembrano essere in cantiere alcuni provvedimenti che puntano alla lotta all’evasione. In ogni caso lo stralcio definitivo della norma potrebbe essere discusso domani, a margine del Consiglio dei Ministri.
In famiglia sono presenti due casi di riscatto di laurea portati a compimento (uno ,di 5 anni,terminato nel 1995,con inizio del lavoro nel 1988 all’età di 26 a.;l’altro,di 4 anni,terminato nel 2011,con inizio del lavoro nel 1988 all’età di 27 a.).Parrebbe di capire che la normativa pertinente,alterata nell’estate 2011,sia stata ripristinata nel settembre dello stesso anno,secondo le aspettative di quanti appunto avevano pagato i relativi notevoli esborsi.Subito dopo,però,la manovra Monti ha nuovamente rivoluzionato il problema.Attualmente si può sperare nel prepensionamento ?