Non solo pubblicità gratuita per l’Università di Saint Andrews, che vide nascere l’amore tra William d’Inghilterra e Kate Middleton, oggi sposi. Il prestigioso ateneo scozzese, frequentato dall’erede al trono della Gran Bretagna, in questi giorni più che mai è sotto la lente dei giornali britannici, non senza un certo imbarazzo accademico.
Secondo il Guardian infatti l’università avrebbe ricevuto 100mila sterline (112mila euro) dal controverso regime di Bashir Al Assad, destinate ad un centro per gli studi siriani il cui lavoro oggi starebbe per essere riconsiderato. La polemica segue a ruota quella che ha visto protagonista la London School of Economics, accusata nelle passate settimane per i rapporti economici intrattenuti con il regime libico di Gheddafi. Secondo una parte dell’opinione pubblica inglese le università del Regno dovrebbero usare una maggiore cautela prima di legarsi finanziariamente a regimi non democratici.
Secondo il giornale britannico, nel consiglio del centro studi della Saint Andrews siederebbero figure molto vicine al governo siriano, come Fawaz Akhras, un cardiologo di stanza in Inghilterra che di Bashar al Assad sarebbe il suocero. Niall Scott, portavoce dell’università scozzese, difende le ragioni dell’ateneo e del centro di studi siriani: “Si tratta di un centro accademico indipendente, che porta avanti un programma di ricerca sulla Siria contemporanea, così come sulle riforme politiche ed economiche nel Paese”.
Scott conferma che il centro è stato istituito nel 2007 grazie ad una donazione di 105.000 sterline da pare della Asfari Foundation, onlus rinosciuta in Inghilterra. “Questo è l’unico finanziamento esterno che il centro ha ricevuto, il personale viene pagato direttamente dall’università, mentre il consiglio di amministrazione comprende in modo trasversale persone portatrici di diversi interessi e punti di vista sulla Siria”.
“L’ateneo – continua il portavoce – monitora regolarmente l’operato dei suoi centri ed è soddisfatta degli standard accademici ed etici raggiunti dal centro di studi siriani, che può così funzionare in maniera autonoma e indipendente. In considerazione però degli avvenimenti in corso in Siria, stiamo portando avanti ulteriori controlli sull’attività del centro, per assicurare questi standard”.
Ma l’eco delle vicende mediorientali non si ferma in Scozia, anche l’ambasciatore siriano a Londra, Sami Khiyami, si è visto ritirare l’invito per le nozze reali a Westminster a causa della “inaccettabile” repressione perpetrata da Damasco, che sarebbe già costata 500 vittime tra i manifestanti.