L’università italiana scatena le proteste anche dei lettori stranieri che insegnano nel nostro Paese. Alcuni atenei infatti hanno recentemente tagliato i loro stipendi applicando la riforma dell’ex ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini che li considera come tecnici-amministrativi.
La legge è stata varata nel 2010 e pone i lettori madrelingua che insegnano da anni nelle università italiane in condizioni denunciate dalla categoria come “illegali” perché non corrispondenti a un inquadramento idoneo alla loro posizione.
I lettori stranieri percepiscono infatti uno stipendio dimezzato e non solo: la riforma Gelmini “estingue ogni giudizio in materia”, cioè li priva del diritto di portare avanti contestazioni legali su retribuzione, contribuzione e status professionale.
Le polemiche vanno avanti da tempo e hanno coinvolto i rappresentanti dei governi italiano e britannico e della comunità europea in una difficile trattativa, che si è arenata con le dimissioni del governo di Mario Monti e che rimane in stand by attendendo lo sblocco della situazione di stallo della politica italiana. Oltre al primo ministro inglese David Cameron, che ci ha contestati pubblicamente più volte, l’Italia ha ricevuto anche numerosi richiami dall’UE fino a quando la corte europea ha aperto una vera e propria procedura di infrazione e un giudizio di “illegalità” ripetuto per sei volte.
Il legale Lorenzo Picotti, che rappresenta molti lettori madrelingua parla della riforma Gelmini come di una legge che “va contro la Costituzione, la Convenzione dei Diritti dell’uomo e contro ogni trattato europeo sulla libera circolazione delle professioni e sulle regole del mercato unico”. Nonostante ciò gli atenei di Bergamo e Catania e l’Università del Salento hanno applicato la legge ancora in vigore, ignorando le sentenze europee e hanno tagliato lo stipendio di 91 lettori stranieri, tra cui 33 britannici.
Un solo caso di ricorso legale ha avuto finora esito positivo: l’università di Padova ha ricevuto dalla corte di cassazione l’ordine di pagare gli stipendi arretrati di circa 20 anni a 14 lettori stranieri, per una somma corrispondente a 5 milioni di euro. A parte questa eccezione però, tante cause avanzate dai lettori stranieri rimangono aperte, senza che riesca a intravedersi la giusta risoluzione dal punto di vista giuridico e di legittimazione professionale.