A poche ore di distanza dall’approdo in Aula del
ddl Gelmini, per cui si avvicina l’approvazione finale, una
ricercatrice della Rete 29 aprile, che non potrà essere a Roma per il sit-in che verrà organizzato domani davanti Montecitorio, indirizza una
lettera aperta al ministro Gelmini, per mettere in guardia sul fatto che “la riforma dell’università metterà in
fuga i cervelli migliori”.
Lei si chiama Francesca Coin, ricercatrice dal
2008 all’Università Ca’ Foscari che ha trascorso dal 2000 molti anni negli
States dove frequentava un Phd in Sociologia. Nella
lettera – che è stata pubblicata da diversi mezzi di informazione – la ricercatrice parla di riforma Gelmini e racconta lo spessore della sua esperienza come ricercatrice all’estero, dall’accoglimento nella struttura, all’orizzontalità nelle decisioni fino all’ambiente caratterizzato da giovani talenti valorizzati il più possibile.
Arrivata in Italia, racconta di essersi ritrovata di fronte ad un ambiente di lavoro diverso, dove i
giovani ricercatori difficilmente erano interpellati nelle decisioni importanti, le
donne erano poco presenti, ma soprattutto lo
stipendio consisteva in una cifra divisa per tre rispetto a quanto riconosciuto nelle università americane.
“Ci siamo resi conto anche che la sua
riforma accentra il
potere verso l’alto piuttosto che distribuirlo verso il basso, esclude ancora una volta i più giovani e i precari ed attribuisce il potere decisionale maggioritario ad un Consiglio di Amministrazione esterno ed al Rettore”, conclude la ricercatrice allertando sul fatto che l’università italiana è in pericolo, ed è “nostro dovere proteggerla”.