Lecce, progetto per la prima università islamica d'Italia
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A Lecce potrebbe aprire la prima università islamica d’Italia. I fondi? Da finanziatori segreti

da | Ott 2014 | News | 0 commenti

La prima università islamica d’Italia potrebbe aprire a Lecce, grazie a un investimento di 50 milioni di euro. Sarà un ente privato e, secondo colui che sta conducendo le trattative affinché possa vedere la luce, sarà “la corrispondente della Cattolica di Roma e Milano, ma di matrice musulmana”. Com’era prevedibile le polemiche non si sono fatte attendere, anche per via della scarsa trasparenza relativa alla provenienza dei fondi che serviranno per la sua realizzazione.

In prima linea tra coloro che contestano la possibile nascita della prima università islamica d’Italia c’è il segretario della Lega Matteo Salvini, il quale ha dichiarato a Radio Padania di essere preoccupato per il fanatismo e il fondamentalismo islamico, che l’ateneo a suo dire potrebbe alimentare. Se dalla Lega arriva un secco no, anche il sindaco di Lecce, Paolo Perrone, di Forza Italia, ha delle perplessità: “Siamo una città aperta, ma questo non significa che tutto è ben accetto a prescindere”, ha fatto sapere il primo cittadino. E si inizia a vociferare di un possibile referendum cittadino sull’ateneo.

A battersi per la creazione a Lecce della prima università islamica d’Italia è soprattutto la Confederazione delle imprese mediterranee (Confime), attraverso il suo presidente Giampiero Khaled Paladini, che difende il progetto e specifica: “Non abbiamo nessuna intenzione di imporre la nostra presenza. Se troveremo ostilità da parte della cittadinanza, per carità, andremo altrove”. Tra le alternative possibili, Campania, Sicilia e Calabria.

Paladini, inoltre, invita a considerare il fatto che quella di Lecce non sarebbe una novità assoluta, perché “esistono già università musulmane fuori dal mondo arabo, in Inghilterra, Germania, Stati Uniti“. E, soprattutto, chiede che “non si confonda la religione con la cultura, che questa non faccia paura, che il dibattito non venga influenzato da quanto sta accadendo ora in Medio Oriente”.

Ma i dubbi sulla nascita della prima università islamica d’Italia rimangono. Anche perché non è chiaro chi metta in campo le risorse necessarie. Paladini, infatti, si rifiuta di svelare alla stampa l’identità dei finanziatori, pur rassicurando sul fatto che sarà comunicata “a tempo debito e a chi di dovere, perché sono cose private. Le autorità statali e di sicurezza lo sapranno, sempre se riusciremo a realizzare l’ateneo. Non abbiamo niente da nascondere”.

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