Oltre la metà degli annunci di lavoro destinati ai laureati sono in realtà offerte di stage. A due mesi dall’approvazione in Parlamento della riforma del mercato del lavoro, che si auspica possa rendere più appetibile per le aziende l’assunzione di giovani leve, lo scenario sembra non essere cambiato e non si prevede a breve un’inversione di tendenza. A renderlo noto è l’Ufficio Studi di Bachelor, società internazionale che si occupa di ricerca e selezione di neolaureati.
Il dato emerge dalle rilevazioni condotte nel mese di settembre sugli annunci rivolti ai laureati con al massimo 4 anni di esperienza: ben il 54 per cento del totale è rappresentato da offerte di stage, mentre il restante 46 per cento è indirizzato per lo più a ingegneri e laureati in Economia. Per gli altri, dunque, le possibilità di ottenere un lavoro retribuito sono pressoché nulle e, se vogliono fare un timido ingresso nel mondo del lavoro, devono accontentarsi di svolgere tirocini che, nella maggior parte dei casi, prevedono solo un rimborso spese.
A preoccupare maggiormente è però la totale mancanza di dati ufficiali relativi all’inserimento dei laureati al termine del periodo di stage. Che fine fanno gli stagisti, specialmente quelli passati da un tirocinio all’altro? L’emergenza, secondo l’Ufficio Studi di Bachelor, è rappresentata “dalla ‘generazione di mezzo’ di laureati che va a sovrapporsi sia ai laureati che li hanno preceduti e che non hanno ancora un impiego, sia ai neolaureati che li seguiranno: in parole povere, il problema riguarda soprattutto coloro che non possono più fare stage e che vengono tagliati fuori dal mercato del lavoro e dalle sue riforme”.
La sofferenza generalizzata del mercato del lavoro grava fortemente sulle spalle dei giovani e anche i laureati ne fanno le spese. Lo Stato dovrebbe allora adottare dei provvedimenti che favoriscano l’inserimento di individui che, grazie al bagaglio culturale e alle competenze di cui sono dotati, possono rappresentare una risorsa per il Paese. La proposta del presidente di Bachelor Selezione Neolaureati, Salvatore Corradi, è quella di “creare stimoli artificiali, ma non assistenziali, per movimentare il mercato del lavoro relativo a questa categoria sociale non equiparabile ad altre, e che ha le sua peculiarità anche congiunturali”.
In sostanza, si tratterebbe di istituire un “contratto di congiuntura” da applicare nelle fasi di scarsa o nulla crescita del PIL (meno del 2 per cento), che possa favorire le nuove assunzioni di laureati attraverso l’azzeramento per tre anni del cuneo fiscale. Questo costituirebbe un grande vantaggio per lo Stato, non solo perché darebbe l’opportunità a molti di prendere parte attivamente al ciclo economico, dando una spinta ai consumi, ma anche perché potrebbe far nascere una nuova generazione di contribuenti e ridurre gli ingenti costi sociali ed economici derivanti dallo spreco di capitale umano che sta caratterizzando il Paese in questi anni.
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