Le lauree che danno più possibilità di lavoro? Ingegneria, farmacia, informatica, matematica, economia e quelle sanitarie e infermieristiche.
A dirlo è l’ultimo rapporto pubblicato dalla Camera di Commercio di Milano e intitolato “Il lavoro dei laureati in tempo di crisi“, un’indagine condotta sui laureati della Lombardia che hanno finito l’università tra il 2006 e il 2008.
Il periodo nel quale è stata condotta l’indagine è quello tra il 2007 e il 2009. Dall’analisi emerge che in Lombardia sul totale dei laureati nel 2008, le percentuali più alte di inserimenti nel mercato del lavoro – tra il 70 e l’83 per cento di occupati – corrispondono alle lauree in:
- Ingegneria: 70 per cento
- farmacia: 77,4 per cento
- informatica: 70,5 per cento
- matematica: 71,1 per cento
- economia: 70 per cento
- scienze infermieristiche e sanitarie: 83 per cento
Probabilità più alte di essere assunti a tempo indeterminato la danno poi i percorsi di studio in ingegneria e infermieristica, cosa che è successa nel 2009 a circa il 30 per cento dei laureati lombardi.
I corsi di laurea che invece rendono complicato l’inserimento nel mondo del lavoro sarebbero medicina, veterinaria e giurisprudenza i cui laureati hanno avuto più difficoltà a trovare lavoro tra il 2008 e il 2009 risultando inoccupati rispettivamente per il 59 per cento, 45 per cento e 40 per cento.
Per chi riesce a trovare lavoro, in ogni caso, la prospettiva non è complessivamente entusiasmante. Il 55 per cento dei laureati che hanno trovato lavoro è stato assunto con contratto a tempo determinato o indeterminato con retribuzioni variabili tra i 1251 e i 1500 euro. Per il resto, però, dilaga l’instabilità dei contratti atipici – cococo e cocopro – e degli stage, che colpisce in misura maggiore le donne nonostante queste emergono a livello di eccellenza nei titoli di studio. Con retribuzioni che variano da un minimo di 500 a un massimo di 750 euro.
Nel complesso cresce il tasso di disoccupazione dei laureati al disotto dei 30 anni passato dal 7 all’11 per cento dal 2008 al 2009, anno quest’ultimo in cui “almeno il 40 per cento dei laureati 2008 nel corso del 2009 non ha trovato lavoro o ha lavorato in modo saltuario per un periodo inferiore ai sei mesi”.
In Italia é da sempre mancato un collegamento tra mondo del lavoro e mondo della scuola. come già in altri stati, le imprese dovrebbero comunicare alle scuole le figure professionali che necessitano nel quinquinnio a venire in modo che gli studenti prima di isciversi alla scuola media superiore abbiano un quadro di riferimento utile. La scelta poi dovrebbe essere subordinata non solo alle proprie inclinazioni, ma anche alle esigenze del mercato
Le lauree più pagate sono ingegneria, economia battono medicina per condizione reddituali a seguire le lauree scientifiche e chimica/farmacia.
Economia, ingegneria medicina