Trovare un lavoro non è cosa facile, trovare il proprio lavoro ideale lo è ancora di più. Ma non è impossibile. Sicuramente, prima di iniziare a cercare lavoro sapere dove si vuole mirare, può aiutare a trovare un’occupazione nel proprio settore di interesse.
Perchè il lavoro che sognate, il vostro lavoro ideale, diventi realtà è necessario conoscere la proprie capacità, limiti e interessi. Per farlo si possono utilizzare degli strumenti di sostegno come le schede di autovalutazione o self-assessment, elaborate dagli esperti, che aiutano a focalizzare le caratteristiche della propria personalità.
Per trovare e ottenere il lavoro ideale è anche utile tener presente lo schema elaborato da Lauster, “Schema della struttura della personalità“, che prevede al centro della struttura concentrica di ogni personalità ottimismo e sicurezza di sé.
Un altro espediente, consigliato per capire meglio se stessi e dove si vuole investire per la propria carriera, è il tema autobiografico, in cui viene chiesto “semplicemente” di raccontarsi: parlare della propria famiglia, degli amici, dei ricordi più forti, degli eventi che hanno maggiormente influenzato la propria vita, delle decisioni prese, quelle che si ritengono giuste e quelle sbagliate, e le grandi aspirazioni. Rileggere, a mente fredda, il tema autobiografico può aiutare molto per capire qual è il proprio lavoro ideale.
Trovare un lavoro di successo, in quest’ottica, significa realizzare se stessi e, dopo aver capito a cosa si vuole ambire, è bene informarsi sui requisiti richiesti per l’impiego che si desidera ottenere e rendersi competitivi per ottenerlo. A questo punto non ci sarà più niente a potervi fermare nella vostra scalata verso il lavoro ideale.
Interessante, non c’è dubbio…ma probabilmente la ragazza che lo ha scritto si è documentata per una ricerca di lavoro mirata non al NOSTRO mercato, ma a quello statunitense o, forse, anglosassone…quello che voglio dire è che un piano programmatico del genere possa essere utile solo in una realtà flessibile, ma che favorisca la mobilità, in cui, insomma, al momento di perdere il lavoro, per scadenza di contratto, lo si possa ritrovare con una certa facilità (e non mi riferisco certo a quello ideale)…l’unica ricerca che noi giovani dovremmo realizzare in un Paese sottosviluppato come l’Italia è una “piantina” che individui i parenti o amici più prossimi a cui rivolgerci per una raccomandazione…e chi non ce li ha? Pazienza.