Università e mondo del lavoro: un binomio che dovrebbe essere sempre più stretto anche grazie al lavoro degli uffici placement degli atenei italiani. Ma è davvero così? In un quadro generale di disoccupazione giovanile (e soprattutto femminile) alle stelle, Censis Servizi ha reso noti, in un’anticipazione pubblicata da Repubblica.it, i dati prodotti dal neonato Osservatorio sugli Uffici placement degli atenei italiani.
Per ora l’analisi ha preso in esame 21 università, con l’obiettivo però di estendere la ricerca a tutto il Paese e dar vita a un osservatorio nazionale. Il Censis ha monitorato le informazioni date agli studenti e neolaureati, approfondendo anche la capacità di ogni singolo ateneo di stringere alleanze e partnership con il mondo delle imprese, proprio al fine di gettare un ponte tra l’esperienza universitaria e la possibilità di inserimento lavorativo al termine degli studi .
Sotto il profilo dell’informazione agli iscritti, si è evidenziato che 19 università sulle 21 monitorate raccolgono e diffondono i dari riguardanti il livello di occupati tra i loro laureati e 7 di queste effettuano verifiche e approfondimenti in materia. Anche la banca dati dei curricula dei laureati è attiva nella gran parte degli atenei: 18 su 21.
Le aziende possono dunque consultarle liberamente e in 15 università per gli iscritti è possibile il percorso inverso, cioè la consultazione di annunci di offerte di lavoro che le aziende pubblicizzano nelle banche dati universitarie.
Sul fronte del rapporto atenei-imprese, va registrato che soltanto nei 21 atenei presi in esame dall’indagine Censis sul placement esistono convenzioni stipulate con circa 37 mila imprese o enti. La palma d’oro va in questo campo all’Università di Verona, che ne ha stipulate 8.000, seguita dalle oltre 5.000 di Trento e Pavia e dalle 3.000 di Cagliari.
L’85 per cento del campione indica lo stage come la forma di inserimento più richiesta dalle imprese e solo il 10 per cento cita il contratto a tempo indeterminato. Programmatori, responsabili marketing e ingegneri sono i profili più ricercati. Economia e Ingegneria la fanno da padrone nelle richieste con il 76 e il 62 per cento. Seguono a grande distanza le lingue con il 14,3 per cento.
Lo screening completo degli atenei presi finora in esame, un terzo del totale di quelli pubblici, sarà disponibile dal 16 aprile, mentre a settembre si dovrebbero avere dati più completi e relativi all’intero mondo accademico (anche alle università private), a seguito di un lavoro che sarà condotto a termine entro luglio.
Roberto Ciampicacigli, presidente di Censis Servizi, ha spiegato che lo studio dei prossimi mesi cercherà di entrare nel dettaglio dei “contatti” tra imprese e neolaureati e dei loro esiti, con l’obiettivo di valorizzare le buone pratiche e trasformarle in regola e non eccezione.
Non aiuta, in questo quadro, il dato rilevato in relazione al personale tecnico-amministrativo impiegato per il placement, che nei 21 casi analizzati è solo lo 0,5 del personale d’ateneo. Nel 76,2 per cento dei casi, infatti, gli atenei occupano con queste mansioni un massimo di cinque persone.
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