Un titolo di studio terziario non basta per trovare lavoro. Una realtà tutta italiana? Niente affatto. Il nostro Paese non è l’unico ad avere un alto tasso di laureati disoccupati. A dare le esatte dimensioni del fenomeno è un recente studio dell’OCSE, che ha segnalato quali sono le nazioni nelle quali i “dottori” non sono al riparo dalla mancanza di impiego o dalla sottoccupazione, cioè dall’inserimento lavorativo in posizioni che richiedono competenze ben al di sotto delle proprie qualifiche.Secondo i dati dell’OCSE, il record di laureati disoccupati lo detiene la Grecia, con il 19,4 per cento di giovani – praticamente uno su cinque – che al termine del percorso di studi universitario rimangono “a spasso”. Al secondo posto c’è la Spagna, dove la percentuale si attesta al 14,9. In entrambi i casi le cifre non sorprendono, perché si tratta di due dei paesi che hanno subito di più la crisi e che impiegheranno molti anni prima di recuperare i livelli occupazionali precedenti.
Il tasso di laureati disoccupati, pur rimanendo alto, si dimezza in Turchia. Qui infatti raggiunge il 7,7 per cento. Con il suo 7 per cento, l’Italia è solo quarta in questa sorta di classifica, anche se tra i “dottori” che trovano un impiego è altissimo il numero di quelli che svolgono un lavoro poco o per nulla attinente con i propri studi.
Subito dietro di noi si piazza l’Irlanda, con il 6,7 per cento di laureati disoccupati. Qui la crisi ha colpito duramente e a farne le spese sono stati per primi i lavoratori più qualificati. La congiuntura economica negativa non ha fatto sconti nemmeno in Francia, dove il tasso è del 5,3 per cento. E le prospettive per il futuro non si annunciano rosee: Oltralpe la recessione è durata molto meno che da noi, ma il PIL sembra non riuscire a ripartire e gli ultimi dati pongono il paese agli ultimi posti per quanto riguarda la crescita.
Anche in Canada e negli Stati Uniti il fenomeno dei laureati disoccupati è più diffuso che in passato. Con una percentuale rispettivamente del 4,8 e 4,1 per cento, i due paesi dell’America del Nord stanno sicuramente meglio di noi, ma i loro “dottori” non possono dirsi del tutto al riparo.
Un po’ di sicurezza in più ce l’hanno i giovani asiatici. In Giappone i laureati senza lavoro sono il 3,2 per cento e in Corea del Sud il 2,9. Ma sono due paesi europei a essere il vero paradiso: in Germania e Norvegia, infatti, il tasso di disoccupazione tra i giovani che hanno in tasca una laurea si ferma rispettivamente al 2,4 e all’1,8 per cento.