La laurea in Scienze dello spettacolo è un itinerario di formazione che si concentra sulle arti visive, il cinema, i media, la musica, il teatro e la danza.
Non si tratta, tuttavia, di un’alternativa ai percorsi di Alta formazione artistica, musicale e coreutica (AFAM). L’obiettivo di questa laurea è, infatti, un altro rispetto a quelli dei corsi di conservatori e accademie. Vale a dire, quello di formare figure in grado di organizzare, gestire e promuovere eventi, iniziative e progetti culturali e artistici. Con un’attenzione particolare per quanto riguarda le arti performative e la produzione di spettacoli.
La laurea in Scienze dello spettacolo, quindi, non fornisce una specifica formazione tecnica in merito alle singole arti. Può, tuttavia, arricchire e approfondire il bagaglio di conoscenze e competenze di aspiranti attori, registi, musicisti, ballerini, ecc., dando loro gli strumenti per gestire e far fruttare al meglio i propri talenti.
La didattica, infatti, si concentra sugli aspetti storico-culturali e su quelli teorico-metodologici delle varie arti in maniera trasversale. Inoltre, non tralascia insegnamenti di ambito giuridico ed economico.
Lo studente ideale di questi corsi di laurea ha un forte interesse per la cultura e le arti (soprattutto quelle performative), una buona propensione per le materie umanistiche e buone capacità comunicative e organizzative.
Laurea in Scienze dello spettacolo: le tipologie di corsi
Dopo il diploma per ottenere una laurea in Scienze dello spettacolo ci si potrà iscrivere a uno dei corsi triennali afferenti alla classe di Discipline delle arti figurative, della musica, dello spettacolo e della moda (L-3).
I corsi di questa classe di laurea che approfondiscono prevalentemente le scienze dell’arte, della musica e dello spettacolo sono comunemente identificati dall’acronimo DAMS. Alla classe L-3, tuttavia, fanno riferimento anche percorsi dedicati esclusivamente al settore della moda.
Una volta concluso il ciclo triennale, chi volesse completare la propria formazione conseguendo anche una laurea in Scienze dello spettacolo di secondo livello potrà immatricolarsi a uno dei corsi della classe magistrale di Scienze dello spettacolo e produzione multimediale (LM-65).
Anche in questo caso la classe di laurea raggruppa due diversi tipi di percorsi. Da un lato ci sono quelli che proseguono l’itinerario del DAMS, dall’altro le lauree focalizzate in maniera preponderante sul settore della moda.
A parte un esiguo numero di eccezioni, solitamente sia i corsi triennali che quelli magistrali sono ad accesso libero.
Laurea in Scienze dello spettacolo: cosa si studia
I corsi di laurea in Scienze dello spettacolo prevedono lo studio di un’ampia gamma di discipline.
Tra le materie umanistiche affrontate ci sono quelle di ambito linguistico e letterario. In particolare, si approfondiscono discipline come Letteratura italiana, Letteratura italiana contemporanea, Linguistica italiana, Glottologia e linguistica.
Uno spazio privilegiato è riservato alle discipline storiche, con insegnamenti che abbracciano dalla storia antica a quella contemporanea. Così come a quelle storico-artistiche con l’approfondimento della storia dell’arte dall’età medievale a quella contemporanea e lo studio della storia dell’architettura.
La laurea in Scienze dello spettacolo include nel proprio itinerario formativo anche materie sociologiche quali Sociologia generale e Sociologia dei processi culturali e comunicativi.
La preparazione degli studenti è arricchita dallo studio di discipline psicologiche e pedagogiche tra cui Pedagogia generale e sociale, Psicologia generale e Psicologia del lavoro e delle organizzazioni.
Di rilievo fondamentale sono anche gli insegnamenti relativi a discipline critiche, semiologiche e antropologiche. In particolare, sono inclusi esami come:
- Antropologia;
- Critica letteraria e letterature comparate;
- Discipline demoetnoantropologiche;
- Estetica;
- Filosofia e teoria dei linguaggi.
I piani didattici comprendono lo studio di almeno una lingua straniera dell’Unione Europea (di solito l’inglese). In alcuni atenei è previsto, inoltre, l’approfondimento della letteratura relativa a tale lingua.
Per dotare gli studenti delle necessarie competenze relative alla produzione teatrale, cinematografica, artistica e musicale sono altresì impartiti insegnamenti in materia di:
- Disegno industriale;
- Architettura degli interni e allestimento;
- Disegno;
- Discipline dello spettacolo;
- Cinema, fotografia e televisione;
- Musicologia e storia della musica;
- Etnomusicologia;
- Tecnica delle costruzioni;
- Composizione architettonica e urbana.
La formazione comprende, inoltre, materie specifiche per l’acquisizione di adeguate competenze informatiche.
Vista la particolare natura di questi corsi di laurea, le attività didattiche alternano lezioni frontali ed esperienze pratiche e laboratoriali. In vista della laurea, infine, gli studenti svolgono anche un periodo di tirocinio o stage formativo.
Gli sbocchi professionali
Con la laurea in Scienze dello spettacolo i contesti nei quali è possibile trovare lavoro sono quelli dell’industria culturale, dei media, dell’arte, della musica, del teatro e dell’intrattenimento.
Con responsabilità diverse, a seconda che si tratti di laureati triennali o magistrali, dopo il conseguimento del titolo ci si potrà occupare di:
- Ideazione, programmazione e promozione di spettacoli, festival ed eventi culturali;
- Produzione cinematografica, teatrale o musicale;
- Organizzazione di mostre, esposizioni e iniziative nel campo delle arti performative;
- Informazione e critica teatrale, musicale o cinematografica;
- Ideazione e sviluppo di programmi e format televisivi e radiofonici;
- Comunicazione radio-televisiva e multimediale;
- Creazione e gestione di archivi di documenti audiovisivi e musicali;
- Gestione di musei del costume e dell’attrezzistica teatrale, del cinema, degli strumenti musicali, ecc.
Chi ha una laurea in Scienze dello spettacolo potrà esercitare queste funzioni nell’ambito di:
- Istituzioni concertistiche ed enti lirici;
- Istituzioni ed enti teatrali e cinematografici;
- Mediateche;
- Emittenti radiofoniche e televisive;
- Musei, biblioteche e archivi teatrali, cinematografici e musicali pubblici e privati;
- Istituzioni nazionali e amministrazioni locali;
- Enti turistici;
- Fondazioni;
- Case discografiche;
- Società di produzione teatrale e cinematografica;
- Società di produzione, organizzazione o promozione di festival, mostre, spettacoli, eventi ed esposizioni nell’ambito del teatro, del cinema e della musica;
- Redazioni di quotidiani e periodici generalisti e riviste di settore;
- Case editrici.